Gigapocalypse: la recensione

Facciamo una bella passeggiata distruttiva nei panni del nostro kaiju preferito in Gigapocalypse, nostalgico platform/shooter a scorrimento orizzontale.

Gigapocalypse è il gioco che risponde ad un quesito che tutti almeno una volta nella vita ci siamo posti, ossia: come ci comporteremmo nei panni di un mega mostro da b-movie giapponese? Quasi inutile sottolineare che per la maggior parte, se non per tutti, la risposta starebbe in un percorso fatto di macerie, esplosioni e devastazione senza alcuna pietà. In questo particolare sparatutto a scorrimento laterale potremo fare esattamente questo. Headup Games & Goody Gameworks ci portano nel mondo retro dei monster movie popolati di Kaiju che appaiono (dallo spazio, dalle profondità marine, da isole dimenticate) con il solo scopo di mettere a ferro e fuoco una qualche ignara metropoli. I mostri in questione sono frutto di fantasia anche se non sfuggiranno somiglianze con i più famosi Kaiju della storia cinematografica (Godzilla, King Kong, Mothra, Gamera solo per citarne alcuni).

Gigapocalypse è essenzialmente un platform/sparatutto/picchiaduro a scorrimento orizzontale, realizzato in pixel art e fortemente ispirato ad un classico del genere quale Rampage, l’arcade che verso la fine degli anni 80 ha consumato le paghette di tanti ragazzini così come lo scimmione consumava grattacieli a suon di cazzotti. Ad onor del vero dopo le prime due/tre run di questo gioco l’impressione è stata che questo titolo fosse un po’ povero in termini di contenuti e profondità del gameplay. Ovviamente il concept principale rimane quello di ridurre in cenere tutto ciò che si palesa di fronte al nostro Kaiju, ma in realtà col procedere dell’avventura e con la crescita del nostro personaggio Gigapocalypse è stato in grado di farci ricredere e mettere sul piatto una esperienza divertente, stimolante ed inaspettatamente varia. Ciò che trae in inganno infatti è che all’inizio il nostro povero mostro non è in grado di fare praticamente nulla, poco potenziale offensivo, poca difesa e nessun potere speciale.  Guadagnando punti esperienza saremo poi poco a poco in grado di assimilare nuove devastanti skills, aumentare i livelli di attacco e difesa, assoldare dei temibili companion nonché personalizzare l’estetica del kaiju.

Gigapocalypse offre nove mostri (qui definiti Gigas) tra cui scegliere: tre “Antichi Dei”, tre mostruosità preistoriche e tre orrori dallo spazio. Ognuno di essi ha le sue peculiarità estetiche ma soprattutto in termini di potenziale distruttivo, sebbene il set standard di attacchi sia composto da attacco corpo a corpo, attacco a distanza, attaco speciale, scudo ed attacco tramite minions. Guideremo il nostro mostro (che in realtà cammina automaticamente dalla sinistra verso la destra dello schermo) nel suo percorso di distruzione attraverso svariate linee temporali, che ci porteranno a visitare il selvaggio West, il Medio Evo fino ad arrivare alle metropoli dei giorni nostri. Altrettanto semplice è il set di comandi che vede però la gradita implementazione del touch tramite il quale richiamare in particolare i poteri speciali, ognuno ricaricabile ogni 30 secondi. Il nostro personaggio infatti è dotato di due barre, la classica barra della vita e la barra della furia. Quest’ultima si riempirà man mano che distruggeremo tutto ciò che ci circonda e serve ad alimentare gli attacchi speciali, che appunto consumano furia. In realtà questo aspetto è da tenere sotto controllo solo nei primi livelli di gioco, dopodiché non avremo alcun problema a reperire sufficiente furia per pestare sui tasti con ignoranza dall’inizio alla fine del livello. Il gioco tendenzialmente spinge verso il grinding e verso un certo trial and error, infatti dovremo riprovare lo stesso livello svariate volte, passando per l’albero di sviluppo del character, prima di poter sperare di avere sufficiente potere distruttivo per arrivare fino in fondo. alla fine di ogni livello dovremo affrontare dei boss che tuttavia, pur rappresentando una variante rispetto allo schema usuale del gioco, non aggiungono molto al titolo.

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Onestamente nella sua semplicità Gigapocalypse riesce a divertire senza prendersi troppo sul serio, anzi mettendo sul piatto alcune trovate davvero carine come gli intermezzi nei quali dovremo prenderci cura del nostro mostro in versione Tamagotchi per ottenere da lui il meglio in battaglia (si dovremo pulire anche i suoi bisognini, oltre che sfamarlo e coccolarlo). Ci sono anche decorazioni da acquistare per il nido del nostro coccoloso mostro. Per ogni creatura potremo svelare diversi elementi che possono essere aggiunti personalizzando l’estetica ma anche garantendo un aumento delle statistiche. I micro mondi ricostruiti in pixel art sono centrati con il mood generale del gioco e riescono a rendere bene quell’atmosfera low budget tipica dei monster movie dove gli effetti speciali erano fatti in casa con quello che si aveva a disposizione. Lo stesso vale anche per gli effetti sonori, volutamente esagerati e quindi divertenti.

La recensione

7 Il voto

Nella sua apparente semplicità e linearità Gigapocalypse riesce a intrattenere e divertire per parecchie ore. Appena scollinata la prima ora di gioco, a dire il vero non molto accattivante, il gioco ingrana e mostra la sua vera essenza. La personalizzazione del nostro mostro veste un ruolo centrale ed è spinta da una sadica vena punitiva che permea alcuni passaggi piuttosto ostici. In ogni caso distruggere città, abbattere palazzi e sbriciolare nemici da veramente molta soddisfazione, sebbene forse alla lunga il game play potrebbe risultare leggermente ripetitivo.

Valutazione

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