Anche il sistema di combattimento è stato ben pensato dagli sviluppatori, pur non presentando aspetti di particolare originalità ed essendo privi di significative novità rispetto ad altri esponenti del genere. I nemici sono frequenti, senza lesinare parentesi più esplorative e meno legate alla sfida contro avversari armati, offrendo un buon mix nella varietà del ritmo di gioco; al contempo, essi presentano diversi pattern di attacco e caratteristiche peculiari, differenziandosi tra soldati di base, oppure dotati di scudi protettivi; avversari umani, alternati a nemici robotici; fanteria coi piedi per terra, piuttosto che bersagli volanti da attaccare con colpi a mezz’aria, dopo aver effettuato un salto; cattivi dotati di oggetti contundenti che proveranno ad attaccarci corpo a corpo, spalleggiati da cecchini con armi dalla lunga gittata. Pur non toccando vette di difficoltà estreme, soprattutto in alcuni boss che presentano pattern piuttosto semplici e prevedibili, va detto anche che occorre mantenere alta la guardia anche contro le ondate di avversari più comuni, alternando colpi leggeri e veloci, ad altri più potenti ma con tempi di latenza maggiore, senza mai dimenticare di saltare o sprintare per evitare gli attacchi altrui, passando anche attraverso prese corpo a corpo e finisher da eseguire istantaneamente mettendo alla prova i propri riflessi. Insomma, F.I.S.T. non è un vero e proprio action, ma proprio per questo i combattimenti si fanno apprezzare per la semplice efficacia con cui sono stati pensati dai programmatori e presentati al fruitore finale.
Titolo originariamente presentato come esclusiva PlayStation 5, con il suo carico di effetti particellari, rifrazione di luce e fluidità di alto livello, F.I.S.T. ricade potenzialmente nel novero di quei porting impossibili, seppur non di produzioni AAA, un po’ come è stato per Bright Memory: Infinite. Contrariamente però al suo cuginastro cinese, però, il titolo di TiGames non ha la longevità di una demo espansa, bensì presenta una struttura più articolata e complessa, degna di una qualsiasi produzione standard, pur arrivando su Switch a prezzo contenuto. Dall’altro lato, però, il comparto tecnico ha spunti interessanti e promettenti (per l’esperienza che team di regioni geografiche finora poco avvezze all’hardware di Nintendo stanno facendo continuando a programmare sempre nuove produzioni per Switch), ma allo stesso tempo altalenanti. L’aspetto meno riuscito è il pelo del protagonista e di molti suoi compagni di sventura, afflitto da un aliasing davvero fastidioso ed evidente, ma per fortuna soltanto durante alcune delle cut scene (quelle girate col motore di gioco): in fase di gameplay, infatti, questo evidente difetto non è visibile o, forse, addirittura presente. Altri problemi sono poi legati al frame rate, a volte zoppicante, con un effetto scattoso che potrebbe persino infastidire alcuni giocatori durante le fasi di spostamento o lotta presenti nell’opera qui analizzata. In ultima analisi, anche i tempi di caricamento non sono del tutto ottimizzati, con passaggi da un’area all’altra della mappa che in alcune occasioni possono portare via ben più di qualche secondo. Buono invece il sistema di controllo, così come la mole poligonale del protagonista e di svariate ambientazioni per un quadro finale arricchito da animazioni piuttosto interessanti.
La recensione
Un comparto tecnico ambizioso, ma a tratti ingenuo e per questo altalenante, non consente al coniglio antropomorfo protagonista dell'avventura di spiccare un balzo idoneo per entrare nei cuori di tutti gli appassionati, ma la struttura di gioco, l'ispirazione artistica e il sistema di combattimento gettano le basi per un ottimo adventure assolutamente da non perdere