PACM-MAN WORLD Re-PAC: la recensione

Un ritorno al passato, per fuggire e mangiare deliziosi fantasmini

La costruzione dei livelli non offre particolari spunti di creatività da parte dei programmatori, né di sfida per l’utente finale; il parco mosse del personaggio principale è piuttosto limitato, senza azioni particolari che possano identificarsi fortemente con la natura della mascotte stessa, che finisce per essere a tratti un protagonista quasi neutro, poco caratterizzato e privo di elementi distintivi. Anche il mondo di gioco nel suo insieme non vi lascerà né stupefatti né innamorati o sorpresi, scorrendo senza troppa infamia ma anche senza particolari lodi. Probabilmente nell’anno 2000 il gioco presentava aspetti di novità anche significativi, quantomeno all’interno del franchise, ma oggi siamo ormai troppo abituati a diverse tipologie di platform 3D, alcune delle quali enormemente più sviluppate e comunque capaci di offrire una propria visione del genere di appartenenza, per non trovare fin troppo piatto e banale quanto proposto su Switch all’alba del 2022. RE-Pac non possiede né il carisma e il moveset di Crash Bandicoot, né l’estetica fiabesca di Klonoa, né la velocità di un Sonic. Tantomeno può reggere il confronto con il re del platform, quell’idraulico baffuto targato Nintendo che ha definito e settato l’intero genere, prima in ottica 2D che poi nel passaggio alla poligonalità di opere pienamente tridimensionali e che, da allora, ha continuato un percorso di crescita ed evoluzione sostanzialmente senza parti nell’industria. Il problema principale di Pac-Man, probabilmente, è che le sue radici affondano in una struttura di gioco a sé stante, labirintica e frenetica, dove la risoluzione dinamica di puzzle ambientali costituiti da percorsi a minaccia multipla era basata tanto sulla velocità di reazione quanto su quella di pensiero del fruitore, poco consone al passaggio verso il mondo più ampio e complesso in termini di game design e world building, costituito dal platform 3D. In sostanza, già il prodotto dell’epoca, realizzato per festeggiare i 20 anni di vita della mascotte di Namco, faticava ad affermare una propria identità qualitativa ed artistica e, ovviamente, la riproposizione riammodernata di quella stessa struttura fatica ancor di più oggi, a brillare.

Alla mancanza di mordente in termini di gameplay e a una certa banalità ludica e strutturale, fanno poi da accompagnamento anche alcune incertezze sotto il profilo puramente tecnico. Ovviamente il salto grafico rispetto al passato è ben presente, non fosse altro che per l’adattamento ad output visivi moderni tra risoluzione dell’immagine in alta definizione, proporzione 16:9 a schermo intero del formato delle immagini e alcuni ritocchi quantomeno occasionali a diversi modelli poligonali, soprattutto durante le sfide contro i nemici più significativi di ogni livello. Allo stesso tempo però si tratta soltanto di una spolverata, non di un rifacimento da zero capace di esprimere tutta la potenza di calcolo di cui l’hardware di Switch è capace, ma, nonostante questo, le incertezze legate alla performance si palesano lo stesso, in maniera inaspettata. Un frame rate non fluido né stabile finisce a volte per infastidire, con rallentamenti e tempi di caricamento onestamente difficilmente comprensibili, vista la complessità piuttosto basica di quanto presentato a schermo. Se anche altri titoli cui è stato riservato un trattamento simile non presentavano un comparto grafico di primissimo livello (vedasi per esempio il recente Klonoa), quantomeno sembravano meglio ottimizzati, arrivando a offrire un’esperienza capace di trasmettere un adeguato senso di controllo sul personaggio. Il tutto senza evidenziare come diversi di questi progetti mettevano per altro assieme più di un titolo del brand di riferimento (la Trilogia di Crash, piuttosto che quella di Super Mario, ma anche solo la duologia del già citato Klonoa proponevano una serie di contenuti nettamente più ampia di RE-Pac), finendo con l’offrire un’esperienza di gioco più corposa e quasi imperdibile per gli appassionati della serie di riferimento (cosa che non si può dire invece nel caso di Pac-Man).

PUBBLICITÀ

La recensione

6 Il voto

Pac-Man offre il meglio di sé nelle dinamiche frenetiche del puzzle game bidimensionale, e RE-Pac lo conferma ancora una volta. Fatica a intrattenere e divertire, al contrario del suo fratello "battle royale" Pac-Man 99, e semplicemente su Switch ci sono troppi platform 3D migliori di questo pacchetto riproposto un po' pigramente da Bandai-Namco.

Valutazione

  • Il votaccio insert 0
Guida alle valutazioni
PUBBLICITÀ

ARTICOLI CORRELATI

Prossimo articolo

Lascia un commento

ULTIMI COMMENTI

VIDEO

Ben tornato!

Effettua l'accesso

Crea un account!

Compila i seguenti campi per registrarti

Recupera password

Per favore, inserisci il tuo Username o la tua Email per recuperare la password.

Crea nuova Playlist