Il nostro avatar dovrà avanzare con una classica inquadratura in prima persona lungo gli ambienti di gioco, imbracciando diverse armi da fuoco (pistola, mitra, fucile, fucile di precisione…) e un’arma da mischia o taglio (scelta, secondo varianti puramente estetiche, all’inizio dell’avventura) con la quale affondare anche attacchi ravvicinati corpo a corpo, a seconda delle circostanze. Le armi risultano ben differenziate tra loro, tra ritmo e precisione di sparo, maneggevolezza, potenza e rapidità di ricarica, con anche la possibilità di alternate due tipologie di munizioni (da raccogliere girovagando per le aree del mondo create dagli sviluppatori), aumentando i danni che sarà possibile infliggere, a discapito della limitatezza di queste pallottole speciali; il sistema di mira è ben calibrato e ampiamente gestibile, in termini di asse di movimento, sensibilità di spostamento del mirino e, soprattutto, implementazione dei giroscopi. Questo particolare sistema di gestione del mirino è davvero programmato in maniera raffinata e, combinato con il classico doppio analogico, riesce a dare grande soddisfazione anche nelle fasi più concitate di gioco. Accanto a queste soluzioni, esiste poi la possibilità di sferrare anche attacchi tramite il bastone o una delle lame a disposizione, ovviamente con una gittata dei colpi limitata, riservata ai momenti di “rissa”, ampliando varietà e freschezza del ritmo delle lotte. L’introduzione poi di una sorta di braccio meccanico, dotato sia di un comodo rampino per agganciarsi a determinati punti predeterminati e superare rapidamente lunghe distanze, che di un interessante potere di offesa, arricchisce ulteriormente il pacchetto riservato all’ottima fase di combattimento studiata dai programmatori: tramite la pressione degli analogici in combinazione coi dorsali, infatti, sarà possibile effettuare attacchi potenti (in particolare: in fase di atterraggio dopo un salto, o al termine di uno sprint di corsa verso un nemico, ma non solo) in grado di stordire temporaneamente anche i soldati più resistenti e arrecare danni ingenti. Molte delle nostre abilità potranno inoltre essere potenziate, a patto di raccogliere alcuni cimeli sparsi nelle arene di gioco, per cui vi consigliamo di guardarvi attentamente intorno perché il gioco vale la candela: l’alternanza tra attacchi effettuati con le bocche da fuoco a nostra disposizione, l’equipaggiamento tecnologico del nostro braccio o usando lame e bastoni rende Bright memory Infinite davvero divertente da giocare, sia contro le orde di soldati e nemici occasionali, che nelle fasi più difficili contro i vari boss sparsi lungo l’avventura.
Oltre all’ottimo ritmo dei combattimenti e al sistema di controllo davvero ottimizzato attorno alle caratteristiche di Switch, un altro aspetto che supera l’esame della nostra recensione a pieni voti è anche il comparto visivo. Non propriamente quello tecnico nel suo insieme, afflitto da alcune insicurezze e da una qualità altalenante di determinati aspetti, ma il colpo d’occhio è senza dubbio ammirevole, considerando la natura della produzione qui presa in esame. Se i punti deboli si concentrano su modelli poligonali a volte piuttosto scialbi (ma più per una questione artistica che tecnica, va detto), su alcune texture evidentemente secondarie nel trattamento ricevuto in termini di attenzione e rifinitura da parte del team di sviluppo e su alcuni tempi di caricamento un pelo troppo lunghi per poter fruire appieno del gioco anche “on the go“, gli aspetti positivi sono indubbiamente di più e più centrali nella concezione del prodotto offerto. Prima di tutto, la fluidità del titolo regge in maniera convincente anche nelle fasi più concitate, contro diversi avversari, anche alternando freneticamente spari e pugni, schivate e salti, mosse speciali e fuoco di precisione; in seconda analisi, pur non supportando ovviamente le tecnologie di resa visiva più moderne, la versione per Switch studia in maniera assai raffinata gli effetti di luce e rifrazione della stessa sulle diverse superfici di oggetti e ambienti, per una sensazione molto moderna e ben studiata della resa grafica ottico-retinica; in ultima analisi, anche gli ambienti, per quanto limitati nelle dimensioni e guidati in termini di interattività ed esplorazione, si comportano egregiamente per quel che concerne la mole poligonale e la resa dei materiali ambientali appunto. Insomma, il lavoro di conversione svolto è ammirevole, pensando a quelli che potrebbero essere (quantomeno secondo team di lavoro anche più blasonati e numerosi) i limiti di un hardware ibrido del 2017, come quello di Nintendo Switch.
Quali sono allora i difetti principali che abbiamo riscontrato? Da un lato, la direzione artistica non convince appieno, soprattutto per quanto riguarda il character design della protagonista, assolutamente dimenticabile; dall’altro la struttura di gioco risulta davvero molto limitata, sia in termini di longevità (circa 3 ore saranno sufficienti per raggiungere il boss finale: sconfiggerlo sarà invece tutto un altro discorso!) che di ambizione del prodotto (con ambienti piccoli, molto guidati, pressoché non esplorabili e scarsamente interattivi); infine, la cornice narrativa, che è veramente soltanto una scusante per proseguire nell’alternanza di un’arena dietro l’altra, dove mettere in campo tutte le nostre potenzialità di guerrieri e sterminare chiunque si ponga sul nostro cammino. Rispetto al lancio originario su piattaforme più performanti, però, dobbiamo registrare con piacere l’eliminazione quasi totale di bug, glitch o problematiche tecniche in grado di inficiare la fruizione del prodotto. Nell’arco delle (poche) ore di gioco, infatti, ci è capitato di incappare in qualche incertezza tecnica sul versante visivo (senza impatti fastidiosi), in piccole balbuzie di frame rate solo nel caricamento di alcune scene animate (e pertanto nulla di trascendentale) e in una problematica di caricamento di un salvataggio che, per fortuna, non si è poi più ripetuta (consentendoci quindi di arrivare al completamento dell’avventura senza troppi ostacoli).
La recensione
Bright Memory Infinite ha molti difetti, che tradiscono i limiti del team di sviluppo e del budget a disposizione; dura poco ed è afflitto da alcune ingenuità tecniche e stilistiche, eppure resta un esperimento lodevole. Non soltanto per l'impatto tecnico (per molte case di sviluppo ben più grandi, sarebbe impossibile farlo girare su Switch...), ma anche per la passione profusa nella realizzazione di un action adrenalinico, a tratti fuori dagli schermi.