Il gioco parte con quadri piuttosto semplici, sia per estensione limitata che per linearità della loro struttura, ma dopo poche missioni il tutto inizierà a farsi più impegnativo e, contestualmente, più intrigante. Per trovare i superstiti dovremo ingegnarci nell’esplorazione delle aree, senza seguire necessariamente il percorso più semplice perso la presunta via d’uscita, cercando di bilanciare al meglio lo scorrere del tempo, con il bottino (di secondi preziosi) ottenibile trovando i sopravvissuti. Anche le vie di fuga non saranno sempre posizionate negli stessi punti logici o strategici, per cui a volte sarà meglio scalare verso l’alto, mentre in altri casi l’ultima parete da abbattere sarà nascosta nel seminterrato. In tutto questo, anche le minacce (soprannaturali) aumenteranno la loro pericolosità, con movimenti più rapidi, gittate più lunghe e una maggior presenza, man mano che saremo in grado di proseguire nella storia raccontata dal gioco. Interessante, per quanto concerne le azioni a nostra disposizione, l’alternanza preziosa tra idrante e accetta: l’uno usato molto spesso, a discapito di una pressione in costante diminuzione che ci obbligherà a prendere anche dei brevi momenti di pausa per il nostro getto acquatico, sia per spegnere le fiamme che per lanciarci verso l’alto, come se fossimo muniti di una sorta di “jet pack”; l’altra fondamentale per abbattere porte o pareti e trovare, così, passaggi altrimenti inaccessibili.
Dal punto di vista tecnico, il gioco è piuttosto semplice e non spreme senza dubbio l’hardware di riferimento; ciò nonostante avremmo preferito un pizzico di fluidità in più, tempi di caricamento più rapidi e, soprattutto, una miglior calibrazione dei due stick analogici che in alcuni momenti non sembrano rispondere esattamente alla perfezione. L’impatto visito è invece piuttosto apprezzabile, con una pixel art capace di mixare 2D e 3D, evidenziando la struttura poligonale di alcune aree tramite lievi movimento di camera in profondità, per un effetto inaspettato e, onestamente, piuttosto piacevole. Il comparto sonoro pecca invece di una certa banalità, sia per quanto concerne il SFX che in termini di OST. Nel complesso, un gioco sufficiente, con qualche piccolo guizzo e alcune evitabili incertezze.
La recensione
Firegirl è un gioco piuttosto riuscito, nella sua semplicità. Il non perfetto sistema di controllo e l'arco narrativo solo accennato sono parzialmente compensati da un comparto tecnico discreto, nella lieve alternanza di 2D e 3D esaltata dai piccoli movimenti di camera, e da un level design non così banale.