Anche il versante del puro gameplay è suddiviso in due sezioni piuttosto distinte, seppur intrinsecamente legate tra loro. Da un lato le fasi esplorative lungo i dungeon ci metteranno spesso (forse troppo) a tu per tu con svariati mostri e nemici, da affrontare tramite un sistema di combattimento action, in tempo reale; dall’altro sarà importante gestire equipaggiamento e valori di combattimento nei momenti di pianificazione dei nostri parametri, prima di lanciarci in una nuova fase bellica. Questi due aspetti del gioco sono continuamente intrecciati da rapporti di causa ed effetto: durante gli scontri, infatti, raccoglieremo le Lacrime (brandelli di anime disperate) che, di per sé, sono portatrici di malus ma, una volta purificate, ci consentiranno di forgiare nuove armi o armature con le quali potenziare il nostro avatar. Se il battle system di per sé non riesce, onestamente, a convincere né a coinvolgere con entusiasmo (vuoi per una estrema semplicità dello stesso, vuoi per una certa ripetitività che nell’arco di breve tempo finirà per affliggerne la fruizione da parte vostra), allo stesso tempo esso assume valore proprio alla luce dell’aspetto di loot descritto poco sopra. Il tutto poi è splendidamente portatore di valenze anche narrative, continuando anche con il filone interattivo quell’analisi introspettiva e psicologica che tanto bene caratterizza l’opera nel suo insieme.
Dal punto di vista tecnico il gioco stupisce per la bellezza di certi scorci e la cura di elementi e dettagli legati tanto al character design quanto alle ambientazioni, siano esse la cameretta di Rei (dove i particolari si sprecano, denotando una cura quasi maniacale nel replicare cliché evidentemente radicati nella realtà di molti adolescenti giapponesi), piuttosto che le lande oniriche del Purgatorio. I giochi di luce, gli orizzonti lontani, determinate sfocature affiancate a texture particolareggiate per tessuti e vestizioni impacchettano un colpo d’occhio piuttosto piacevole, seppur a tratti offuscato da animazioni non particolarmente ricche né debitamente concatenate e sporadici rallentamenti. Sia in versione portatile che televisiva, però, il titolo FuRyu riesce a farsi apprezzare, mantenendo alto il livello di godibilità della fruizione.
La recensione
Crystar è un action JRPG piuttosto classico nella concezione dei dungeon e del sistema di combattimento, che finiscono per non essere il punto forte della produzione. Quello che manca sotto il profilo prettamente ludico e di game design viene però inaspettatamente compensato dai protagonisti e dalle loro emozioni, per un racconto che non vi lascerà indifferenti.