La ricostruzione minuziosa e spettacolare delle città del passato è da sempre uno dei marchi di fabbrica di Assassin’s Creed e questi capitoli ne sono tra i migliori esempi: Firenze, Monteriggioni, San Gimignano, Roma e Istanbul sono solo alcune tra le città che avremo modo di rivivere attraverso gli occhi di Ezio, vivendone le vibrazioni vitali ed il clima di fermento tipico di un’epoca piena di cambiamenti. Il mix tra corse e arrampicate mozzafiato in stile parkour e silenziosi omicidi compiuti nascosti nella folla ancora oggi ha decisamente il suo fascino anche se va ammesso che soprattutto il primo dei tre titoli risente in maniera piuttosto importante del tempo che è passato. Alcune animazioni, nonché alcuni modelli poligonali, in Assassin’s Creed II si rivelano oggi infatti un po’ legnosi, ma non potrebbe essere altrimenti essendo passati quasi 15 anni dal lancio. Quello che forse alla prova odierna risulta più fastidioso è il sistema di combattimento, ripetitivo, poco preciso e con un combat system che al giorno d’oggi risulta troppo macchinoso.
Anche l’impianto di gioco, basato sull’esplorazione simil open world delle città protagoniste di questi titoli, vanta un buon numero di collezionabili e sub quest, che tuttavia non raggiungono mai il livello di interesse destato dalla trama principale. Sono tuttavia difetti che si perdonano volentieri e che già a partire da Brotherhood vengono almeno in parte sistemati. Come spesso avviene con queste collection che vanno a riproporci versioni imbellettate dei classici del passato, l’occhio di chi gioca è influenzato dal legame che quel gioco ha rappresentato con un determinato periodo della propria vita, in un certo senso andando a mitizzarlo. Rigiocati oggi alla luce delle migliorie tecniche che sono intercorse e di tutti i giochi che bene o male si sono ispirati ad Assassin’s Creed, i titoli di questa saga mostrano il fianco ad innegabili lacune tecniche ma mantengono un evidente fascino. L’approccio nel recuperare queste opere non è quindi solo quello per così dire archeologico, di chi vuole recuperare un antico tesoro, ma quello di godere di un pezzo di storia del videogioco ancora tutto sommato attuale perlomeno nella sua parte narrativa, decisamente solida.
Il nuovo sistema di luci implementato su questi titoli, in particolare Brotherood e Revelations, porta a nuova vita degli scenari e dei personaggi già magnifici, ma che in questa veste raggiungono livelli di profondità e piacevolezza nuovi. Dal punto di vista invece squisitamente grafico non si rilevano migliorie degne di nota, salvo le skin di Ezio e pochi altri character principali che riescono a beneficiarne a sufficienza. Il comparto audio rimane di livello, con un doppiaggio davvero ben realizzato e con musiche evocative in grado di accompagnare e sottolineare i momenti più importanti dell’avventura e la tensione che permea le fasi di pedinamento precedenti agli omicidi.
La recensione
Tre giochi che possono vantare un impianto narrativo ancora oggi di prim'ordine, degno di uno dei romanzi di Dan Brown, con i quali tra l'altro condividono parecchie tematiche. La storia di Ezio Auditore da Firenze trasuda personalità e carisma ed è in grado di tenere incollati allo schermo per tutta la durata delle 3 avventure. Tuttavia, è inevitabile che, nonostante un buon lavoro svolto con il nuovo sistema di illuminazione, dal punto di vista tecnico qualche aspetto mostri i segni del tempo che è passato. In particolare un combat system ormai vecchio e alcuni modelli poligonali troppo spigolosi si fanno notare. Nulla di imperdonabile comunque, per una collection che è un must per i fan della saga ma anche per chi ancora non la conoscesse.