Edge of Eternity è il secondo titolo proveniente dal piccolo studio indipendente francese Midgar Studio. Come vedremo nel corso di questa recensione quello che abbiamo fra le mani è senza dubbio un progetto ambizioso, rilasciato in una prima fase solo per PC, uscendo dall’early access su Steam nel giugno del 2021, per poi approdare in questi giorni su console. Edge of Eternity è un JRPG che a più riprese attinge alle meccaniche e alle narrative classiche del genere ed in particolare a quelle ispirate da Final Fantasy, soprattutto il VII e successivi. I più attenti avranno infatti notato che già il nome stesso dello studio di sviluppo è un tributo alla saga prodotta da Square Enix, in quanto Midgar era proprio la megalopoli al centro delle vicende narrate in Final Fantasy VII.
Nello specifico la versione per Switch arriva sui nostri schermi in versione cloud, dato che al momento non è previsto il rilascio di una versione fisica. Questa modalità di fruizione sta prendendo sempre più piede con alterne fortune sulla nostra amata console. In origine la scelta di rilasciare un gioco su cloud sembrava essere prevalentemente quella di consentire a giochi dalle grosse esigenze hardware di girare anche su una macchina un po’ meno performante del necessario. In altri casi in realtà si sta profilando anche la scelta da parte di alcuni sviluppatori, di ricorrere a questa strada come fosse una sorta di scorciatoia per minimizzare i costi di sviluppo e adattamento del software sulla nostra console. E’ proprio questo il caso di Edge of Eternity, gioco che come vedremo è sicuramente ben rifinito e piuttosto profondo, sebbene non sembra avere quelle caratteristiche grafiche o di motore di gioco tali da richiedere una potenza hardware gestibile solo in cloud, anziché in supporto fisico. In ogni caso nei mesi di pre-rilascio gli sviluppatori hanno avuto tempo e modo di risolvere buona parte dei problemi che di volta in volta si sono presentati, arrivando quindi al momento del lancio per console con un prodotto solido e credibile, sebbene non esente da qualche piccola sbavatura.
Il mondo di gioco è ambientato in un futuro alternativo nel quale il fantasy medievale e la fantascienza sono strettamente ed indissolubilmente intrecciati. Valorosi cavalieri in armatura vivono a stretto contatto con specie aliene ed astronavi provenienti da un’altra dimensione, il tutto in un arco narrativo che coinvolge tematiche anche piuttosto attuali e adulte. Un flashback ci racconterà nelle prime fasi di gioco dei primi contatti tra il primitivo mondo di Heryon e una razza aliena tecnologicamente avanzata. Dopo alcuni anni di convivenza serena, durante i quali gli abitanti di Heryon hanno anche avuto modo di beneficiare di un notevole salto tecnologico, all’improvviso gli alieni Archelites rivelano il loro vero volto, sadico e distruttore, mettendo a ferro e fuoco in una sola notte Heryon. Gli umani, che inizialmente sembrano soccombere di fronte al nemico, si organizzano in una strenua resistenza per respingere gli invasori. Questi ultimi però rilasciano un’arma definitiva, la Corrosione, un virus in grado di distruggere il corpo e la mente rendendo gli infetti degli zombi folli e aggressivi. Il giovane Daryon, soldato del Consorzio, si ritrova suo malgrado ad essere l’eroe della nostra avventura. Insieme alla sorella, la sacerdotessa Selene, Daryon partirà alla ricerca di una cura per la Corrosione, che ha infettato anche la loro madre, e che lo porterà nel mentre anche a scoprire cosa si cela realmente dietro l’invasione aliena.