Voice of Cards: the Forsaken Maiden: la recensione

Il card game di Yoko Taro fa il suo ritorno su Switch a pochi mesi di distanza dal primo episodio

Square-Enix è conosciuta ormai da decenni nel panorama videoludico mondiale per essere una delle case di sviluppo più focalizzate su produzioni ad alto budget, fatte di grandi valori di produzione e promozione, dedicati sovente a pochi titoli e ancor meno saghe, capaci di catalizzare la stragrande maggioranza degli sforzi di investimento e pianificazione da parte delle alte sfere della compagnia. Eppure, complice il successo di Switch da un lato, l’affermarsi di nuovi talenti dall’altro e (è sempre bene non dimenticarlo mai) l’abbattimento del rischio di investimento operato dal proliferare degli stori digitali…proprio da quel pulpito stanno arrivando diversi esperimenti, alcuni di gran pregio. E’ di solo pochi mesi fa l’esordio di una nuova IP, miscuglio di generi e di stili, sotto il nome di Voice of Cards, che già ecco arrivare il suo seguito ufficiale. Non una espansione, ma un vero e proprio secondo capitolo di questo piccolo ma interessante nuovo brand, che torna con delicatezza e poesia sull’eShop di Nintendo Switch. Vediamo quindi cosa ha da offrirci The Forsaken Maiden.

Per chi non lo avesse provato, ricordiamo innanzitutto che è disponibile una demo gratuita del primo titolo della serie, da cui potrete mutuare tranquillamente un giudizio sulla prima opera; la produzione presenta sostanzialmente un’avventura fantasy in un universo tipicamente intriso di razze e magie tra le più classiche dell’immaginario collettivo, da affrontare con un approccio a metà strada tra il board game e il card game, attraverso una giocabilità tipica dei giochi di ruolo giapponesi. In pratica dovremo spostare la nostra pedina, simile al pedone degli scacchi, su una mappa suddivisa in tante caselle che, in realtà, sono carte rovesciate (che ci mostrano il dorso, nascondendone il contenuto), per esplorare le aree di gioco e attivare diverse azioni a seconda di quali tessere andremo a calpestare. In alcuni momenti, arrivando su determinate carte partiranno o dei momenti di dialogo, capaci di portare avanti il proseguo della narrazione, evidenziando anche i nostri prossimi obiettivi, oppure degli scontri. L’alternanza tra queste fasi è piuttosto ben bilanciata e mai troppo pedante, riuscendo a spronarci nel continuare l’avventura sia per scoprire nuove pieghe del racconto, che per il gusto delle sfide di gioco vere e proprie.

L’interattività di questi momenti di puro gioco assume la forma di un tavolo da gioco, sul quale i protagonisti (noi, i nostri compagni di party e i diversi mostri che incontreremo) saranno schierati ciascuno con la propria carta, raffigurante sia il personaggio che i suoi valori di attacco, difesa e punti vita; accanto a queste carte ci saranno poi quelle per le diverse azioni possibili per ciascuno dei contendenti e, sul lato della schermata, un cofanetto contenente alcune gemme, necessarie per compiere alcune mosse particolari, solitamente legate a power up o potenziamenti vari. Lo scontro si svolgerà a turni, come nella più classica delle tradizioni orientali, e starà alla nostra esperienza e strategia guidarci alla vittoria durante i duelli. Potremo scegliere di attaccare, utilizzare carte particolari, consumare o meno alcune gemme, selezionare l’obiettivo delle nostre offensive e così via, lungo un sistema di combattimento piuttosto tradizionale, ma ben bilanciato. Non siamo davanti né a una rivoluzione del genere, né a una sua interpretazione ibrida e moderna (l’ATB tanto caro a produzioni come Final Fantasy o Xenoblade), ma a un vecchio, sano alternarsi di turni, con attacchi e difese da soppesare con perizia, prima di selezionare le nostre scelte in termini di offesa e potenziamento. Più che convincenti, i combattimenti ben si adeguano al ritmo e all’atmosfera generale del gioco, inserendo a tratti anche un pizzico di casualità offerta dal lancio dei dadi, andando a completare quel feeling da gioco in scatola capace di donare grande fascino a questa produzione.

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