Se in maniera inusuale per il nostro sito, il primo paragrafo di analisi della recensione è dedicato alla grafica, è perché gli altri elementi del gioco si muovono più in continuità con il passato che altro: al di là dell’evidente salto in termini di cosmesi, infatti, Kingdom Hearts III (e relativo DLC, incluso in questa versione in streaming per Switch con l’acquisto del gioco di base) ripercorre pedissequamente quanto già visto fino ad ora all’interno delle medesime meccaniche di gioco. Il che, di per sé, non è certo un difetto, soprattutto per chi, come i fan di vecchia data, ha dovuto aspettare un decennio anche solo per vedere risolti almeno alcuni degli snodi narrativi di un’opera che, da sempre, si è fatta distinguere anche presso il mercato di massa grazie a una fruizione non superficiale, ma piuttosto semplicistica. Il sistema di combattimento resta una sorta di action game con menu di selezione rapida per alternare attacchi fisici piuttosto che magici, non particolarmente difficile né stratificato. Appioppare l’etichetta di “button smashing” all’operato di Nomura potrebbe far storcere il naso a molti, ma ci sembra una definizione più adesa alla realtà, rispetto al pomposo Active Time Battle (che invece proprio in un’altra opera di Square-Enix ha probabilmente trovato il suo apice odierno – grazie a quel Final Fantasy VII Remake che, chissà, prima o poi arriverà anche su Switch sempre in versione Cloud). L’elemento che poi ancora affligge almeno in parte quest’opera è quello della telecamera, poco reattiva rispetto alla frenesia concitata delle scene di gioco. Non fraintendiamoci: il titolo è divertente, adrenalinico, fluido e veloce e le battaglie, sia nelle arene contro numerosi nemici che nelle scene dei classici Boss di fine mondo o livello sanno coinvolgere il fruitore, ma forse più per la loro evidente accessibilità che per una profonda strategia di gioco.
L’ultima analisi dovuta per la versione Cloud di Kingdom Hearts III + Re Mind offerta su Switch è ovviamente legata alla sua particolare modalità di fruizione. Per quello che è stato possibile testare con la nostra infrastruttura (fatta di una comune banda larga italiana, per intenderci), il titolo si è comportato in maniera piuttosto egregia: i tempi di caricamento, soprattutto iniziali, sono forse l’aspetto meno convincente di un’esperienza che, vuoi per l’impostazione narrativamente imponente, vuoi per l’impatto grafico di alto livello, offre senza dubbio il meglio se goduta sullo schermo delle vostre TV. Lanciato il gioco, quest’ultimo si è ben comportato in termini di fluidità e stabilità dell’immagine e dell’insieme nel suo complesso, garantendo sia una qualità visiva sopra la media che una latenza sostanzialmente non percepibile durante le sessioni interattive. Resta ovviamente da considerare tutto quell’ammasso di “contro” che accompagnato anche solo concettualmente l’esperienza streaming per Switch: da un lato l’impossibilità di fruirne in maniera ibrida al di fuori delle mura di casa, dall’altra le gambe tagliate alla funzione di stand-by, senza contare il non possesso del software che, un giorno, non sarà più accessibile a nessuno, qualora venissero chiusi i server. Va però considerato come un’esperienza tecnicamente valida come Kingdom Hearts III + Re Mind difficilmente avrebbe potuto vedere i suoi natali sull’hardware della casa di Kyoto (forse non per impossibilità puramente di calcolo computazionale, ma senza dubbio in termini di investimento nel progetto da parte di Square-Enix) e pertanto (contrariamente ai suoi fratelli minori raccontati poche ore fa sulle pagine di Switchitalia) il giudizio è più accondiscendente che in altre occasioni.
La recensione
Seppur limitato nella sua fruizione da limiti intrinseci imposti dalla tecnologia in streaming, l'esperienza di gioco offerta da Kingdom Hearts III e dal suo DLC qui contenuto con l'acquisto di base è di buon livello. Sia il divertimento dei combattimenti che, soprattutto, la cinematografia del suo racconto sapranno intrattenervi e coinvolgervi senza alcun dubbio
