Progressione che, vista l’impostazione rogue-lite dell’opera, si presenta comunque ostica, essendo il gioco basato sulla ripetizione reiterata dei livelli per riuscire a decifrarne la complessità, oltre che le caratteristiche degli avversari che la popolano, potenziando progressivamente il nostro eroe per affrontare di nuovo la battaglia, più forti di prima. Ma non è soltanto il rapporto tra danno e difesa, o la struttura ripetitiva dell’esplorazione, a rendere GetsuFumaDen impegnativo: anche il sistema di combattimento non risulta immediato né superficiale, proponendo una certa latenza nei colpi, soprattutto quelli concatenati in combo, con l’inerzia del recupero della posizione neutra da parte dell’avatar (necessaria per poter eseguire un secondo colpo o una schivata) sempre presente e in grado di influenzare notevolmente il ritmo della battaglia, scoraggiando assolutamente un approccio “button smashing” e, al contrario, favorendo una cadenza di affondi offensivi e schivate difensive ben ponderata. Il risultato è un gioco a tratti lento e senza dubbio un po’ pesante, per nulla mordi & fuggi e, pertanto, non adatto a tutti.
La sensazione di scarsa fluidità, per altro, è accentuata anche da un frame rate stabile, ma non particolarmente adrenalinico, risultante in un effetto quasi pittorico (complice anche la direzione artistica), troppo statico per esaltare il senso di coinvolgimento del giocatore. Il rovescio della medaglia è una composizione visiva a schermo tra le più articolate, complesse, ricche e stilisticamente rilevanti apparse sulla console di Nintendo, con un toon shading bidimensionale di grande impatto. L’ispirazione è evidente e apprezzabile soprattutto per quanto riguarda scenari e fondali, per una contrapposizione forse un po’ piatta tra i due piani di rappresentazione, non propriamente in grado di offrire un effetto di parallasse spinto, ma più che dignitoso nel suo insieme. Il colpo d’occhio è quindi di grande impatto, contrariamente all’aspetto sonoro che finisce per non riuscire sostanzialmente mai a lasciare il segno e a penetrare in maniera importante il livello di attenzione del fruitore.
La recensione
Un action adventure molto classico nell'impostazione strutturale, arricchito da un'impronta stilistica di primo piano ma un po' appesantito dal sistema di combattimento arcigno e da una lentezze di interazione piuttosto evidente. Nel complesso, un buon esperimento da parte di Konami, adatto soprattutto agli amanti delle produzioni orientali più tradizionali