Le principali novità introdotto sotto il profilo ludico sono inerenti una maggior varietà di azioni e situazioni durante i match: un aspetto che da un lato intacca l’immediatezza del titolo, ma dall’altro ne amplia ed arricchisce notevolmente la varietà e la profondità, persino contro l’AI. Nel gioco potremo infatti, contrariamente al passato, sia eseguire delle specie di “lob”, intercettando con il giusto tempismo i lanci avversari per far cadere debolmente il disco sul terreno altrui e ottenere 2 punti; potremo rilanciare il frisbee , sempre eseguendo il colpo in maniera assolutamente precisa, nella metà campo avversaria immediatamente senza impugnarlo e caricare il colpo, variando non di poco il ritmo della contesa e prendendo di sorpresa l’altro giocatore; potremo compiere un balzo in aria per afferrare il disco durante un pallonetto per poi schiacciarlo con violenza al suolo. Il tutto senza contare l’esecuzione delle super mosse, con tanto di barra di caricamento, o gli elementi ambientali interattivi e dinamici delle arene, due aspetti fortemente ampliati e sagacemente implementati in questo seguito ufficiale. Il quadro è quindi quello di un complesso di situazioni di gioco molto più ampio e diversificato che, come accennato, arricchisce non di poco l’esperienza di gioco, rendendola ben più adatta ai tempi odierni di quanto non sarebbe risultato una semplice riproposizione di quanto già visto decenni fa. Se vogliamo trovare la pecca di questa operazione, essa risiede non tanto nelle dinamiche di gioco vere e proprio, per quanto queste risultino effettivamente meno “pick up & play” che in passato e, pertanto, forse meno adatte alla natura comunque ancora fortemente arcade della produzione, quanto nella spiegazione di esse: il tutorial è sostanzialmente assente e, duole ammetterlo, ci vorrà un po’ di impegno in fase iniziale (anche o soprattutto per i veterani della serie) per riacquisire il feeling con il sistema di gioco proposto.
L’altro aspetto ovviamente rivisitato è quello grafico: pur mantenendo l’impostazione originale, fatta di inquadratura fissa dall’alto sul campo di gioco all’interno di una cornice 2D semplice e pulita, gli artisti del team di sviluppo hanno saputo presentare qualcosa di estremamente moderno seppur vicino al feeling originario. La pulizia del tratto e la varietà delle animazioni, sia per i giocatori che per i fondali, le arene, gli spettatori che fanno da contorno alla frenetica partita, risultano ricche e brillanti, tanto da catturare l’occhio e il piacere di fruizione da parte del giocatore. La direzione artistica è di buon livello, trovando il giusto equilibrio tra quello che era il tenore anni ’90 di una California universalmente spiegata agli occhi dei videogiocatori di tutto il mondo da prodotti come Out Run, e il carattere di personaggi vecchi e nuovi finemente rappresentati dai programmatori di DotEmu (per altro ampliando il roster degli sportivi giocabili, con tanto di maggior varietà sia ambientale, avendo ciascuno il proprio livello ad hoc, che ludico, andando a diversificare ulteriormente le capacità di velocità, agilità o potenza dei vari partecipanti al torneo). L’ottimo quadro visivo viene poi supportato più che degnamente dal comparto tecnico, sempre fluido e pulito sia in modalità portatile che sul grande schermo TV. Un titolo che, inutile ribadirlo, è semplicemente perfetto per la fruizione su Switch: la natura comunque ancora fortemente arcade ve lo farà accendere a ogni piè sospinto ovunque vi troviate, per poi lanciarlo anche comodamente seduti sul divano di casa, magari per qualche partita in multiplayer locale, oppure online.
La recensione
Windjammers 2 supera la prova (costume?!) senza intoppi: un vero e proprio seguito, capace di mantenere inalterati i valori di ludica frenesia e artistica identità di una volta, evolvendo e arricchendo l'esperienza, senza dubbio più adatta ai giorni nostri. Una festa da non lasciarsi sfuggire!