Yu-Gi-Oh! Rush Duel: Dawn of the Battle Royale: la recensione

Prepara il tuo mazzo, spera nella fortuna ma organizzati per il peggio: la battaglia, anzi il duello, sta per avere inizio!

Un grande classico dei progetti “cross-media” torna, dopo svariati anni, con tutto il pacchetto completo: un anime di riferimento, con tanto di videogioco a licenza ufficiale, accompagnato per altro dal rilascio in semi-contemporanea anche del giocattolo che a tutto ha dato origine. In questo caso, le carte collezionabili: perché stiamo parlando niente meno che di Yu-Gi-Oh! e del suo nuovo rilancio, in salsa Rush Duel. Sviluppato dalla stessa Konami, il nuovo capitolo in esclusiva per Switch sbarca ufficialmente anche in occidente assieme alla nuova collezione di card, in attesa di una vera e propria messa in onda del cartone animato, con tutto il suo carico di nostalgia, ma anche di novità. Scopriamo assieme cosa ci riserva questo mazzo!

Il presupposto narrativo è tratto dalla serie animata Sevens, nella quale Yuga Odo, per sfuggire al controllo di una macro corporazione proprietaria ormai di tutto, nella futuristica città di Goha, ha inventato un vero e proprio modo di sfidarsi a duello con le famose carte collezionabili. In Dawn of the Battle Royale, vestiremo i panni di un nuovo studente della scuola principale della città (personalizzabile in alcuni parametri, dal sesso al nome di battesimo) che dovrà imparare il nuovo regolamento, integrarsi nel nuovo ambiente di vita e studio e, ovviamente, divertirsi e scalare le classifiche del torneo di Yu-Gi-Oh! – Carte collezionabili, secondo le nuove modalità del Rush Duel. L’arco narrativo si intreccia a doppio mandato con le regole alla base dei veri e propri match, andando a costituire un’ossatura ambivalente sotto il profilo ludico per la nuova produzione Konami: contrariamente a tutti i titoli ispirati al famosa franchise di carte collezionabili usciti nel corso dell’ultimo decennio, infatti, in questo episodio potremo vivere davvero anche un canovaccio avventuroso, strutturato con fasi di esplorazione degli ambienti di gioco, dialoghi, scene di intermezzo…il tutto intervallato ovviamente anche dai numerosissimi scontri a suon di “deck”, per un prodotto senza dubbio più strutturato e convincente rispetto al mero “Player vs Playser” basato soltanto sui duelli. Una campagna single player che, pur non essendo profonda o particolarmente accattivante, riesce senza dubbio nell’ingrato compito di variare il ritmo di gioco, arricchire l’esperienza di fruizione e porsi come collante tra i diversi match di carte. Insomma, un approccio senza dubbio più completo, moderno e convincente.

Yu-Gi-Oh! Rush Duel: Saikyou Battle Royal!! - Primi dettagli e screenshots

Le fasi esplorative ci mettono nei panni del nostro avatar 3D, con il quale potremo muoverci liberamente nelle aree in cui il gioco prende corpo, dalla scuola al centro città e via discorrendo, potendo interagire con diversi NPC, attivare dialoghi, scoprire dettagli sul mondo di gioco e sui suoi protagonisti, entrando sempre più nelle dinamiche narrative che legano personaggi e vicende. Alcuni dei personaggi, una volta scovati e interrogati, daranno il via agli eventi principali della trama, consentendoci di fa iniziare un duello, piuttosto che aprendoci la strada verso nuove aree di gioco e parentesi del racconto in attesa di essere ascoltate o scoperte. Notiamo subito come la maggior parte delle scene di intermezzo e dialogo siano ancora ancorate a dinamiche piuttosto obsolete, con illustrazioni a mezzo busto dei personaggi e stringhe di dialogo che rendono la fruizione piuttosto statica e datata, essendo prive di doppiaggio o filmati di animazione, ma come dicevamo quantomeno risultano presenti, sforzandosi di portare avanti la narrazione stessa. Anche gli ambienti di gioco sono piuttosto limitati e semplicistici, ben lontani da qualsiasi parvenza di open world, capaci per lo più di riportare alla mente alcune produzioni Level5 per 3DS, in termini di complessità strutturale dei livelli e ricchezza degli scenari. Tutto quindi piuttosto minimalista, ma quantomeno presente per offrire uno scheletro cui la cornice narrativa possa aggrapparsi per alimentare l’interesse del fruitore a proseguire la scoperta degli eventi messi in scena dagli sviluppatori.

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