Blue Reflection: Second Light: la recensione

Viviamo l'avventura di queste giovani e sperdute ragazze, inaspettatamente coraggiose e battagliere grazie al legame che le unisce nella speranza di tornare a casa

E’ inutile negare come il target primario di quest’opera risieda negli appassionati di anime giapponesi, vuoi per l’estetica vuoi per il racconto, lasciando al lato puramente ludico il compito di sorreggere, ma un po’ a fatica, le fasi di puro giocato, inserite a riempitivo per intervallare le numerose scene narrative (animate o dialogate) con protagoniste le donzelle in abiti succinti. Che siano le divise scolastiche piuttosto che le bizzarre vestizioni o armature sbloccabili progredendo nel gioco, il fascino dei giovani corpi di queste ragazze, per altro non casualmente legate da vincoli di intimità e confidenza anche fraintendibili, è il fulcro della produzione e la (presunta) leva di interesse nel proseguire nell’opera. Nessuna ombra di bigottismo nelle nostre parole, ma l’avviso di toni, personaggi ed estetica ben delineati nell’ambito di crismi conosciuti e non necessariamente amati da tutti, affiancati da un mordente ludico non estremamente ficcante. Il tutto finisce per presentare un’opera che, non a caso, in Giappone è stata proposta anche come produzione cross media con tanto di anime di riferimento dedicato: chi fosse rapito dalle vicende, dalle delicate protagoniste, dalla poetica di un percorso di crescita e approfondimento dei rapporti tra le giovani ragazze al centro del titolo avrà senza dubbio uno sprone in più a proseguire fino ai titoli di code di questo titolo programmato comunque con cura da Gust.

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La riprova di quanto detto risiede nel versante tecnico che, pur nella semplicità di una produzione non ambiziosa sotto il versante dei valori di produzione, non sfigura sull’hardware ibrido di Nintendo. Non troviamo lo stesso colpo d’occhio convincente (e persino inaspettato) di Atelier Ryza 2, ma nell’insieme la direzione artistica lineare e coerente viene sorretta da una buona fluidità e da una discreta cura in particolare di due aspetti: le animazioni delle ragazze, soprattutto durante le fasi di combattimento, e gli effetti speciali di luci e rifrazioni messi in scena durante le mosse più scenografiche delle battaglie. L’effetto di sfocatura adottato dagli sviluppatori per rappresentare la sospensione quasi onirica di questo limbo metafisico aiuta per altro a gestire il discorso risoluzione, per un pacchetto sufficiente nel mettere a video un piccolo anime interattivo. Nintendo Switch è capace chiaramente di una maggiore complessità visiva, ma la realtà delle piccole e medie produzioni giapponesi ha innegabilmente trovato una casa accogliete nel piccolo gioiello anche portatile della casa di Kyoto.

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La recensione

6.5 Il voto

Un discreto action JRPG, dove più che l'efficacia di un sistema di combattimento non particolarmente profondo, ad attirare e mantenere l'attenzione del fruitore sono le vicende e le dinamiche di gruppo di questo giovani ragazze, legate tra loro dalla speranza di riuscire a fuggire dal limbo in cui sono cadute, lottando assieme per raggiungere la luce in fondo al tunnel. Questa volta, per davvero.

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