Bizzarra storia, quella alle spalle di Shin Megami Tensei: serie di giochi di ruolo giapponesi super classica, a un certo punto crea da una sua costola uno spin off. Quel Persona che, grazie a un approccio più superficiale alla difficoltà dei combattimenti e all’introduzione di un’estetica e una narrazione molto più social e meno esoterica, finisce per oscurare il progenitore agli occhi del mercato di massa. Contestualmente, però, grazie al mantenimento dei propri crismi caratteristici e a svariate produzioni di gran livello ludico ed artistico (da Strange Journey alla versione estesa del quarto capitolo, denominata Apocaplypse), la serie primaria riesce a rafforzare lo zoccolo duro dei propri appassionati, legandosi a doppio filo ai possessori dei portatili marchiati Nintendo. Il tutto fino all’evento di presentazione di Switch, dove la casa di sviluppo conferma il proprio supporto e lo sviluppo dell’inedito Shin Megami Tensei V: un vero salto generazionale per la serie, che si appresta finalmente a deliziare gli appassionati, arrivando in esclusiva per la console ibrida della casa di Kyoto.
Nel titolo vestiamo i panni di un apparentemente normalissimo ragazzo del liceo, che frequenta come tanti coetanei una scuola di Tokyo; alcuni recenti avvenimenti violenti hanno scosso il tessuto sociale del quartiere in cui viviamo e frequentiamo i corsi di studi, pertanto i responsabili dell’Istituto consigliano di tornare ai dormitori sempre accompagnati e in gruppo, evitando di restare da soli e, soprattutto, senza passare dai bui sottopassaggi della metropolitana sparsi per la città. Nel rientrare verso casa ci affianchiamo ad alcuni compagni di scuola, ragazzi e ragazze che, come noi, si trovano impossibilitati a prendere il solito treno della linea Yamanote a causa di un altro incidente. Così, assieme ad alcuni di essi, ci spostiamo verso un’altra stazione, salvo poi infilarci in uno dei famosi sottopassaggi, seguendo le orme di alcuni giovani alle prese con una diretta social, pronti a sfidare le restrizioni imposte da polizia e istituto scolastico. Ma, mentre attraversiamo questo tunnel, un terremoto sconquassa tutto quanto, facendoci perdere i sensi. Al nostro risveglio, tutto è cambiato: attorno a noi si stende a perdita d’occhio un paesaggio apocalittico, più d’incubo che di sogno. Sporadiche rovine fanno intuire alcuni legami con la città di Tokyo, dalle rotaie della metropolitana alla famosa Torre delle comunicazioni, ma tutto è distrutto, ricoperto di dorata sabbia scintillante e, soprattutto…popolato di mostri. Veri e propri demoni, tra cui una creatura alata che rapisce e porta via in volo uno dei ragazzi che erano con noi nel sottopassaggio, e altri, dalle sembianze decisamente demoniache, che invece ci attaccano, armati dei loro forconi. Ma ecco che, in nostro soccorso, arriva un altro essere, ricolmo di potere e pronto a tenderci una mano: toccandolo, ecco scatenarsi una fusione tra il ragazzo e il portento, andando a formare e forgiare un nostro nuovo avatar. Nahobino, creatura mitologica dalle potenzialità demiurgiche, pronto a difendersi dagli assalti dei mostri, cercando nel contempo una spiegazione all’incomprensibile trasmutazione avvenuta alla città di Tokyo che ci circonda.
Il protagonista a questo punto assumerà tutta una serie di peculiarità tali da consentirgli di affrontare al meglio l’ostico mondo in cui si ritrova calato suo malgrado. Un mondo pericoloso e ricco di insidie, ostico e senza pietà verso chiunque: un universo popolato da creature mitologiche e religiose, suddivise tra le armate angeliche e le orde demoniache che, stando ai racconti di alcune delle creature che incontreremo muovendo i primi passi in queste lande desolate, due decenni prima si sono scontrate nella madre di tutte le battaglie, lasciando dietro di loro soltanto desolazione e, forse, nessun vincitore. Che questo sia l’Aldilà? Oppure quel che rimane della vera Tokyo, dopo la battaglia, post apocalisse? Solo proseguendo l’avventura potremo scoprirlo. Quel che è certo è che morte e inganno sono pronto ad assalirci a ogni piè sospinto, in questo scenario di sopravvivenza. La cornice narrativa della serie è sempre piuttosto importante nell’impalcatura delle produzioni di Atlus e il quinto episodio non si smentisce: gli elementi ludici sono svariati e preponderanti, nell’arco delle numerose decine di ore necessarie per portare a compimento il gioco, ma i pilastri del canovaccio sono intessuti a doppio mandata con li fulcro della fruizione sin dalle prime battute. Il tono mistico, la direzione artistica spesso cupa ed esoterica, l’analisi di tematiche profonde e non banali, con ampi rimandi alle diverse tradizioni religiose in cui l’umanità è suddivisa, intrecciate qui con un approccio filosofico piuttosto profondo per essere un videogioco: morale ed etica saranno più volte messe sul piatto della bilancia in Shin Megami Tensei V, spingendoci ad affrontare determinati bivi decisionali secondo i dettami più profondi del nostro animo.
Vorrei avvicinarmi a questa saga ma sono indeciso. Da un lato vorrei lucifer’s call perché è un titolo che, all’epoca, mi attirava ma non ho mai giocato, oltre ad attrarmi esteticamente. Tuttavia, ultimamente ho abusato di remake/remaster e vorrei qualcosa di nuovo, pertanto mi stavo orientando più su questo.
Sicuramente, se uno dei due mi piacerà, poi recupererò l’altro, ma intanto devo decidere con quale iniziare. Valuterò.
Personalmente…consiglio SMT V. Ha molti tratti in comune con Nocturne (al di là dell’appartenenza alla stessa saga, ovviamente) ma ne espande moltissimi aspetti. Non solo grafici, ma in termini di QoL e accessibilità/fruizione. Lo ritengo un progetto davvero riuscito, proprio perchè conserva le caratteristiche cardine della serie, ma al contempo le eleva maturando il salto generazionale che Switch promette e consente, rispetto al passato di certe saghe.