Le avventure di Samus Aran sono uno dei pilastri delle produzioni interne di Nintendo praticamente da sempre, con la cacciatrice di taglie spaziale tranquillamente affiancabile a Mario l’idraulico italiano o a Link, cavalieri di Hyrule, nell’immaginario degli appassionati. Senza dubbio meno efficace dei suoi corrispettivi maschili per quanto concerne le vendite di massa, ma allo stesso tempo assolutamente centrale nei sogni e nei desideri di ogni possessore di un hardware made in Kyoto, tanto da essere spesso inserita nella “sacra trinità della grande N”: Mario-Zelda-Metroid. Un apice sia mediatico che di critica raggiunto sia in epoca 2D, con quel Super Metroid che ancora oggi viene preso come pietra di paragone per tutti gli epigoni che cercano di auto-affibiarsi l’etichetta di Metroidvania, che nel passaggio alla tridimensionalità, con il lancio di Metroid Prime su GameCube, a sua volta spesso preso ad esempio come miglior transizione al 3D mai operata da parte di un franchise storico, capace di sviluppare la definizione di FPA (first person adventure), accanto a quella ben più abusata di FPS (first person shooter). Eppure, da allora qualcosa si è offuscato, per svariate ragioni: vuoi per le lacune narrative di Other M, vuoi per le bizzarre scelte stilistiche di Federation Force, oppure semplicemente per il rilascio tardivo a fine ciclo vitale del 3DS del pur apprezzato Samus Return, il brand non è più stato capace di scaldare i cuori dei suoi appassionati, tantomeno quello delle masse. Ma ora, qualcosa è cambiato e con Metriod Dread stiamo assistendo a qualcosa di diverso.
Il gioco è stato presentato in pompa magna come la produzione centrale dell’ultimo E3 da parte di Nintendo e il suo lancio a inizio ottobre (per inaugurare quella che commercialmente è la stagione natalizia delle vendite) in concomitanza con la revisione dell’hardware che ha messo sullo scaffale la Switch OLED, evidenzia la volontà da parte della casa di Kyoto di spingere il prodotto ai suoi massimi livelli di popolarità e di certo male non fa l’ottima ricezione fino ad oggi ricevuta sia da parte del pubblico che da parte della critica. Il progetto, infatti, ha convinto sin da subito e non soltanto perché rappresenta il ritorno di un’avventura a scorrimento laterale totalmente inedita con protagonista Samus Aran dopo un’assenza di 19 anni, ma anche e soprattutto perché il progetto ha saputo catturare l’attenzione per le sue proprie caratteristiche sin dal primo sguardo. Uno sguardo fugace, che però è stato approfondito nel corso dei mesi da svariati trailer, dimostrazioni di giocato, approfondimenti dell’oscuro e intricato universo narrativo di questo franchise, troppo presto messo in ombra o bistrattato da Nintendo stessa, ma in realtà ricchissimo di spunti ed elementi che, finalmente, sembrano voler tornare in auge presso il pubblico di massa.
Uno dei punti di forza di Metroid Dread è, infatti, il piglio del racconto che riprende le fila di quanto mostrato nel finale segreto di Samus Return, con tanto di riproposizione delle scene disegnate allora, riproposte invece qui con piena modellazione poligonale. L’introduzione, inoltre, con le voci sia dell’astronave di Samus che dell’assistente virtuale Adam, ci illustrano i presupposti narrativi in maniera molto chiara e diretta, catapultandoci sin da subito al centro della vicenda con un costrutto solido, seppur senza fronzoli. Il canovaccio ci vedrà pienamente consapevoli di noi, del nostro ruolo al centro della Federazione Galattica, dei pregressi problematici sia contro i Metroid che contro i Parassiti X, giustificando in maniera netta e inequivocabile il perché del nostro viaggio verso il misterioso pianeta ZDR, alla caccia di pericolosi nemici capaci di mettere sotto scacco l’intera galassia. Arrivati sul posto, però, come in molti titoli della serie ci troveremo privi di sensi e di alcuni potenziamenti della nostra super tuta ma, contrariamente al passato, il tutto verrà giustificato e palesemente mostrato grazie a un altro filmato che mostrerà il male che si annida su questo pianeta: la razza guerriera dei Chozo. Insomma, tra richiami al passato storico della saga, elementi cardine reinterpretati in chiave moderna, un’ottima gestione dei valori di produzione delle scene animate tra doppiaggi e regia cinematografica…Metroid non è mai stato così spettacolare e coinvolgente dal punto di vista della cronice narrativa.
L’unica cosa che non mi aveva convinto già dal trailer è lo stile grafico; insieme al fatto che su un Metroid 2D le aspettative sono molto, molto alte (grazie anche all’alto livello dei Metroidvania 2D moderni).
Aspetto di vedere se riesco a vincerlo, se va male lo compro.
Guarda, ovviamente la direzione artistica ha valori e percezioni molto soggettivi, ma Switch alla mano l’impatto in modalità portatile è sublime secondo me (e immagino sullo schermo OLED!), con questo look davvero iper tecnologico (luci e rifrazioni sono ovunque e davvero appaganti). Tecnicamente invece…nelle inquadrature ravvicinate durante i “QTE”/cut scene si notano modelli un po’ spigolosi e texture un po’ spalmate, ma nell’insieme (col colpo d’occhio in-game) la resa è ottima e, davvero, giocandolo è pazzesco quanto sia fluido e ben animato. Insomma, mi ha convinto davvero.
Per me è bellissimo. Non l’ho ancora finito ma per ora è da 9
dici che sono stato tirchio? :p
per me è un gioco pazzesco, ancora oggi a tratti mi manca quella splendida sensazione di feeling assoluto, giocandolo. lascia un po’ a desiderare sotto il profilo della OST, pur avendo una cura degli effetti ambientali sublime, e della direzione artistica (notevole in alcuni spunti, più dimenticabile in altri). Nel complesso: ad averne di giochi così!