Al di fuori di esplorazione e battaglia, inoltre, il gioco saprà offrire anche ulteriori spunti di divertimento, grazie all’ampiezza del party e alla sua capacità di crescere davvero con noi e secondo i nostri criteri, nel corso dell’avventura. Grazie ai tipici punti esperienza, infatti, ciascuno dei vari guerrieri ideati dal team di sviluppo potrà avvalersi di una sorta di “potenziamento ad albero”, raffigurato da costellazioni di luce e potere che rimandano all’anima di ciascun avatar. La cosa interessante e sfaccettata, capace di riempire di significato e quindi di profondità questa fase interattiva, è la strategia individuale con la quale guidare l’espansione dei poteri e delle caratteristiche di ciascun guerriero: se infatti, accumulando punti, sarà pian piano possibile attivare tutti gli snodi delle costellazioni indipendentemente dall’ordine scelto, è altrettanto vero che molti di questi nuclei offrono un bonus di crescita percentuale fisso, che potremo però decidere di incentrare su aspetti diversi, dalla forza fisica alla capacità di attacchi magici, piuttosto che di resistenza ai colpi o immunità agli incantesimi. Una piacevole variazione sul tema, piuttosto riuscita.
Un aspetto che invece convince meno è purtroppo quello legato alla trama dell’avventura stessa: se la storia in sé risulta piuttosto banale e priva di grandi slanci creativi, denotando soprattutto una scarsa vena di originalità, quello che rende davvero zoppicante l’interesse del fruitore verso l’arco narrativo è la malriposta cura nei personaggi. Un party ampio e variegato, soprattutto grazie alla decisione saggia e sagace di schierare in campo un guerriero per ciascuna delle razze immaginate per popolare questo universo diegetico di riferimento, finisce per risultare davvero troppo piatto e banale per riuscire a suscitare una qualsiasi reazione di empatia o immedesimazione verso quelli che dovrebbero essere gli eroi di questa epopea. Dopo poche ore di gioco, infatti, vi troverete invogliati a continuare il titolo soprattutto grazie alla cura estetica riposta in esso, nonché a un un sistema di combattimento intrigante e capace di dare le giuste soddisfazioni (se non fosse per gli improvvisi e ingiustificati picchi di difficoltà sparsi qua e là!), piuttosto che per conoscere le sorti e il destino del mondo di Astria Ascending.
La recensione
La grafica non è tutto, ma lo stile del titolo ne eleva le qualità complessive, sostanzialmente nella media a causa di alcune scelte di design piuttosto zoppicanti, come l'assenza di una mappa, i picchi di difficoltà e una generale latenza nell'input dei comandi. Ma il tocco pittorico del mondo di gioco, le delicate animazioni e un sistema di combattimento non perfetto ma intrigante e profondo vi faranno andare oltre anche a una storia piuttosto blanda e a personaggi riusciti più a livello estetico che intimistico.
