Annunciato a marzo dell’anno scorso durante un Nintendo Indie Direct, Baldo The Guardian Owls è in brevissimo tempo diventato uno dei titoli indipendenti per Switch circondati dal maggior hype, perlomeno a livello italiano. Sui social, mese dopo mese, è andata aumentando l’attesa per quello che ormai tutti descrivevano come lo “Zelda italiano”, un’etichetta forse fin troppo pesante per un indie ma anche una sfida intrigante per un team di sviluppo composto da solo due elementi (lo storico NAPS team con sede a Messina). Tante aspettative non potevano che sfociare, al lancio del gioco, in una estrema polarizzazione delle posizioni tra chi lo ha subito amato a prescindere da tutto e chi lo ha odiato per i suoi innegabili difetti. Quello che va detto fin da subito infatti è che al lancio il buon Baldo non si è presentato in perfetta forma. Soprattutto la versione Switch presentava una serie di bug, alcuni gravi al punto da fare perdere ai giocatori i cuori e soldi fin lì racimolati, costringere al riavvio del gioco o addirittura dover bypassare intere sezioni della quest principale in attesa di una salvifica patch.
Ad una decina di giorni dal lancio è finalmente arrivata la prima patch, la HotFix 1, che sembra aver risolto buona parte dei bug critici. Questa recensione è stata fatta partendo con la versione originaria del gioco (la Day-1 per intenderci), dandoci dunque modo di toccare con mano le problematiche di cui sopra, per poi finalmente beneficiare della HotFix 1 e di un deciso cambio di passo nella produzione dei NAPS. Si prospetta inoltre all’orizzone già una HotFix 2 che dovrebbe dare una ulteriore, e speriamo definitiva, sistemata al gioco. In un certo senso possiamo dire di aver visto il peggio ed il meglio (fin qui) di Baldo. Fatta questa lunga, ma doverosa, premessa addentriamoci nel fatato mondo dei gufi insieme al nostro biondo protagonista.
Titolo molto atteso prima dell’uscita e controverso dopo la sua uscita, soprattutto a causa di un comparto tecnico molto buggato. Molto interessante quindi leggere l’esperienza di gioco post-patch, grazie Muk! Che dire? Mi piace quando il panorama indie ci prova, a uscire da certi schemi e stilemi. Soprattutto con questa grande ispirazione artistica!
Sì, questa recensione mi è stata molto utile per capire che qualcosa di buono c’è, ma che comunque preferisco aspettare ancora un po’ di tempo, sperando in una versione più pulita.
Stilisticamente, rimane comunque bellissimo! (Oltre ad avermi fatto ricordare che questa settimana esce pure il seguito di Ni No Kuni su Switch *o*)