Quali sono allora le novità principali introdotte in The Ancient Gods part 2, vi chiederete? Da un lato, è assolutamente notevole come il team sia riuscito a inserire un nuovo tono estetico, pur senza variare la direzione artistica di un’opera che, vale la pena ribadirlo, si muove in continuità con quanto offerto finora nei pacchetti di contenuti già rilasciati: se lo stile, infatti, resta fedele all’opera, grazie alla prosecuzione dell’arco narrativo il team è qui in grado di mettere a schermo scenari assolutamente affascinanti, vuoi per l’ampiezza, vuoi per l’ispirazione artistica. Una vena di fantasy si inserisce, prima velatamente e poi in maniera sempre più preponderante, nelle immagini che si dipanano gradualmente davanti agli occhi del fruitore, con location dove sia la natura selvaggia che le costruzioni architettoniche svettano, per complessità, ricchezza e, semplicemente, bellezza, al centro del proscenio. Influenze chiare ed inequivocabili, ma sempre reinterpretate attraverso quel tocco di originalità e personalità che hanno caratterizzato questo rilancio in chiave moderna di un franchise altrimenti ancorato a toni potenzialmente ormai retrò, e capace invece di ergersi, quasi inaspettatamente, anche sotto il profilo puramente artistico, oltre che tecnico.
In secondo luogo, ulteriori elementi di novità sono stati introdotti anche sotto il versante del gameplay, sia per quanto riguarda particolari sezioni e situazioni di gioco, che per quel che concerne l’armamentario a nostra disposizione. Ancora una volta, in maniera coerente con l’intera opera, pur facendo ulteriori passi avanti anche verso quella che (chissà) potrebbe essere la direzione della saga in un ipotetico “nuovo rilancio o reboot”, tra qualche anno. Vale infatti la pena ricordare come l’epopea iniziata ormai 5 anni fa sembrerebbe (degnamente) conclusa sotto tutti i punti di vista con questo secondo DLC di Eternal, anche se ovviamente non possiamo immaginare cosa passi per la mente dei proprietari del brand negli uffici di Bethesda (soprattutto ora, dopo l’acquisizione da parte di Microsoft). In particolare, spiccano due elementi: il martello e i mech. Il primo è un’arma piuttosto semplice da comprendere, ma assolutamente devastante (e divertente) da utilizzare. Ennesima significativa aggiunta agli oggetti contundenti adatti agli scontri corpo a corpo (dopo la motosega e la spada infuocata), appare anche lui a metà strada tra il magico e il tecnologico, con quel look & feel tecno-arcano tanto ben riuscito in questo DOOM. Un consiglio: saltate in aria e caricate il colpo al centro di un’area piena di nemici: non ve ne pentirete! Per quanto concerne invece l’armatura robotica gigante…inutile descrivere con le parole la scena dello scontro tra titani (nel vero senso della parola), dove (ancora una volta) il metallo e la carne si fondono; il tecnologico e l’organico si scontrano. E a uscirne vincitore è, come sempre, il fruitore.
La recensione
Degna conclusione di un'avventura epica, con al centro sempre il giocatore. Grande ispirazione artistica, splendide intuizioni di gioco, indescrivibile esperienza adrenalinica accompagnata da una colonna sonora tremendamente esaltante. Grazie Bethesda.