Direttamente dagli anni ’90, in maniera quasi incomprensibile e in ogni caso del tutto inaspettata abbiamo assistito nel corso di questa generazione alla rinascita di un brand storico di Master System e Mega Drive: Wonder Boy o, a seconda delle localizzazioni del passato dei vari episodi, Monster Boy. Un adventure a scorrimento orizzontale, con elementi di potenziamento progressivo capaci di ampliare le capacità sia belliche che esplorative del protagonista, caratterizzato da una ispirazione tematica fantasy molto cartoonesca capace di ammaliare il fruitore attraverso svariati capitoli.
Ben tre titoli, infatti, sono stati sviluppati in pochi anni per Nintendo Switch, appartenenti in modo diverso a questo unico e stesso universo diegetico. Tra i primi giochi per la console ibrida di Nintendo, troviamo lo splendido remake Wonder Boy – The Dragon’s Trap, con uno stile 2D disegnato a mano dalle mani sapienti dei nostri cugini d’oltralpe; tempo dopo è stato invece il turno di un vero e proprio seguito inedito, denominato Monster Boy and the Cursed Kingdom, sviluppato con nuove dinamiche di trasformazione e uno stile 3D più marcato e moderno. Due buone produzioni, ciascuna coi propri meriti e limiti ma capaci di rilanciare il brand in maniera convincente e interessante.
Non c’è due senza tre ed ecco così che a un certo punto arriva anche il turno di un altro Wonder Boy: trattasi di Asha in Monster World, remake del quarto capitolo originale per altro mai distribuito al di fuori del territorio giapponese, ancora una volta messo nelle mani di un team e di un publisher differenti. La particolarità risiede nel fatto che il progetto, dopo un giro lungo decenni, torna nelle mani di alcuni degli sviluppatori della versione originale, un po’ passione e un po’ per esperienza, così da mantenere il più possibile lo spirito dell’opera ispiratrice.