Bethesda, DOOM e Panic Button: ogni possessore di Switch sa riconoscere ormai la “sacra trinità” dei porting terze parti-hardcore-impossibili per la console ibrida di Nintendo, sin dai tempi dei primi e inaspettati annunci della casa di sviluppo ormai di proprietà di Microsoft, passando per l’apripista di operazioni fortemente improntante al mondo PC-ista occidentale che hanno poi saputo farsi strada su Switch. Un team di sviluppo, quello di Panic Button, così capace di dimostrare le proprie capacità tecniche da meritarsi la chiamata della casa madre persino per aiutare nel completamento delle versioni più potenti e next-gen proprio di DOOM Eternal, causandone lo slittamento in versione ibrida, arrivato poi a stupirci tutti ancora una volta, svariati mesi fa. Un connubio che ora si ripresenta, prepotente come allora se non di più, con il primo pacchetto di espansione (con il secondo già confermato in sviluppo anche per la console della casa di Kyoto, non temete): eccoci infatti in grado di testare e recensire per voi DOOM Eternal – The Ancient Gods Part 1. Questa volta a tremare non saranno solo gli inferi!
DOOM Eternal è il seguito diretto di DOOM, riproposizione moderna del classico sparatutto in prima persona carico di adrenalina, visto qualche anno fa anche in versione Switch. Un seguito che, inaspettatamente, sa riprendere in mano le fila di un arco narrativo da sempre poco più che cornice per questa IP molto focalizzata sul gameplay puro-e-duro, senza per questo snaturarne la natura prettamente ludica. Un canovaccio che narra le gesta imperiose del DOOM-Slayer tra mondi e pianeti, realtà e dimensioni, inferi e…déi, ripartendo all’inizio dell’espansione laddove si era interrotto il racconto del secondo capitolo. Un universo narrativo interessante, seppur fortemente governato dal concetto centrale di morte e dannazione tanto caro al franchise, nel quale ci ritroveremo a dover uccidere qualunque cosa ci si pari davanti, pur di raggiungere il nostro obiettivo, persino delle divinità. Non un grande problema per il nostro protagonista silente, a tratti apparentemente più interessato a devastare le orde di nemici, piuttosto che a salvare il mondo e l’umanità: obiettivi secondari, quasi disinteressati per l’avatar senza nome di cui avremo il controllo nel gioco.
Sotto il punto di vista puramente videoludico, The Ancient Gods Part 1 si pone come una continuazione diretta di DOOM Eternal, partendo persino dal presupposto che chiunque si approcci all’espansione sia ormai sostanzialmente pienamente padrone delle dinamiche di gioco, pena il Game Over: la curva di apprendimento è infatti evidentemente studiata avendo in mente proprio questo tipo di approccio e fruizione, rendendosi persino proibitiva di primo acchito a chi non avesse grande dimestichezza con il titolo principale. Onestamente, pur comprendendo le logiche dietro a questa scelta, la riteniamo al contempo un difetto, poiché anche chi avesse già avuto esperienza con Eternal potrebbe trovarsi in difficoltà nel “continuare” l’avventura, avendo magari completato la campagna originale diversi mesi fa: il numero e il livello dei nemici, nonché la conformazione delle aree di gioco, infatti, sono sin dai primissimi passi davvero elevati, tanto da rendere complesso il naturale processo di ambientamento che solitamente occorre, entrando in un gioco “nuovo”. Non scoraggiatevi, però, perché chi saprà perseverare potrà trovare grande soddisfazione proprio nel superare le orde di demoni che si pareranno dinnanzi al nostro eroe, dotato (questo va detto) di un armamentario più che discreto sin dalle prime battute. Insomma, è una sfida ardua, ma quando il gioco si fa duro…è tempo di DOOM!
Azz, più difficile del gioco base che mi da già un bel po’ di filo da torcere
Sì, sì: parte dal presupposto che tu abbia appena finito il gioco base, avendone quindi assimilato le dinamiche.