Il gioco è semplicemente difficilissimo, anche solo a livello puramente interpretativo ed esecutivo, senza tener conto di quanto sin dai primi livelli, anche gli ostacoli ambientali inizino a loro volta a muoversi, aumentando esponenzialmente la problematica esplorativa degli ambienti di gioco. Arrivare al check point successivo, solitamente posto dopo pochi passi di avanzamento proprio per l’estrema difficoltà nel superare qualsiasi angolo dei labirinti, sarà complesso. Riuscire a traguardare la fine del livello, a tratti impossibile: le vite a nostra disposizione saranno svariate e capaci di rigenerarsi a ogni nuovo mondo, ma spesso e volentieri non saranno comunque abbastanza, dimostrandosi insufficienti. Una modalità priva di game over, con vite infinite, sarebbe probabilmente stata un toccasana. O forse no.
L’analisi grafica e tecnica del gioco è inutile, per un’opera che è più una “installazione” che altro, pur insistendo pesantemente sull’aspetto ludico e interattivo, mentre la colonna sonora merita senza dubbio un encomio, nel suo sapresi imporre nella mente del fruitore: non come un qualche cosa di piacevole, però, sia chiaro; bensì come una insistente litania penetrante, senza posa, capace di trarre in inganno anche la percezione del ritmo di gioco da parte del fruitore. La sensazione sarà infatti quella di dover procedere rapidamente lungo i livelli, senza sosta, spremendo al massimo le meningi e i riflessi, quando invece la perseveranza e l’attenzione saranno gli aspetti più importanti per riuscire a proseguire, anche solo per alcuni livelli di gioco.
La recensione
Art Games Studio non ha paura di sperimentare e O---O ne è la dimostrazione più fastidiosa. Pressante, stressante e assolutamente impossibile da completare, questo arcade game basato su riflessi e capacità cognitive del fruitore vi metterà a durissima prova, probabilmente pure troppo.
