Una cosa bella e divertente del mondo dei videogiochi è che all’interno di queste opere di fantasia è possibile immaginare una pletora di situazioni differenti, dove l’unico limite è sostanzialmente quello dell’immaginazione degli sviluppatori. Eppure, troppo spesso moltissime produzioni finiscono per adagiarsi sui medesimi crismi costruttivi, su cliché costitutivi che condizionano presupposti e risultati di titoli ed episodi destinati alla nostra fruizione. Questo fenomeno di appiattimento si verifica in parte minore nel panorama indipendente, ma resta presente persino lì, dove teoricamente le libertà interpretative dovrebbero (e a tutti gli effetti sono) svincolate dalle leggi del grande mercato concorrenziale. Forse è proprio per questo che Legend of Keepers ha attirato la nostra attenzione: in esso, infatti, avviene il ribaltamento di uno dei punti di vista più consolidati dell’intera industria videoludica, visto che per una volta non saremo noi gli eroi destinati a esplorare tombe e cripte alla ricerca di un tesoro trafugato in maniera illegittima da spaventosi mostri, bensì tutto il contrario. In questa bizzarra produzione per eShop, il nostro compito, in qualità di “dungeon manager”, sarà esattamente l’opposto e cioè quello di reclutare, addestrare e posizionare terribili creature lungo le diverse stanze di oscuri labirinti, con il compito, coadiuvato da ingegnose trappole e boss di fine livello, di eliminare qualsivoglia eroe, impedendo che i nostri forzieri vengano recuperati. VI abbiamo incuriosito? Ebbene, seguiteci nelle segrete della nostra recensione, ma state attenti: i buoni sono dietro l’angolo, pronti a eliminarvi senza pietà!
In Legend of Keeper il nostro ruolo sarà infatti quello di gestire gli assalti di presunti eroi, organizzando le nostre risorse per riuscire a sconfiggere il “party” avversario prima che riesca nel suo intanto: quello di raggiungere l’ultima stanza del labirinto, eliminare il boss di fine livello e ottenere il tesoro. Per farlo, potremo optare per diverse soluzioni, anche a seconda della struttura del dungeon. In particolare, le stanze si suddividono in aree trappola, aree incantesimo e aree di combattimento: andiamo con ordine. Le prime due tipologie ci consentono in pratica di selezionare armamentari, equipaggiamenti o magie di varia natura, da posizionare lungo il percorso dei “buoni”, e che verranno attivate non appena essi si paleseranno all’interno delle stanze corrispondenti, progredendo nella loro esplorazione del labirinto. Le trappole sono ovviamente orientate all’offesa, ma non per questo si equivalgono tutte: come per tutti gli aspetti di questo interessante gioco, infatti, dovremo selezionare con cura quali posizionare e attivare, a seconda delle circostanze. In particolare, per quanto concerne le trappole, sarà importante decidere se arrecare un danno generico e più contenuto, capace però di ferire tutto il party avversario, oppure concentrarci con un’offesa concentrata e sostanzialmente più potente, contro un singolo avversario. La scelta sarà sempre tattica, seguendo una strategia dipendente dalle debolezze altrui, sia rispetto ai danni arrecati fino a quel momento, che in proporzione alle risorse ancora a nostra disposizione nelle stanze successive del dungeon, prima di arrivare allo scontro finale. Un discorso simile è fattibile anche per quanto concerne gli incantesimi, ovviamente, se non che essi offrono anche un altro ulteriore elemento tattico, legato alla possibilità di variare le condizioni di battaglia: oltre ad arrecare danni a uno o più nemici, potremo scegliere di diminuirne le difese nel corso degli scontri successivi, piuttosto che di aumentare al contrario la forza d’attacco dei nostri soldati schierati nelle stanze del labirinto seguenti.
Per quel che concerne invece le aree di combattimento vere e proprie, gli scontri avverranno secondo un sistema di lotta a turni, di stampo ruolistico, dove il nostro party dovrà affrontare quello avversario. Da un lato, ovviamente i nemici dovranno superare progressivamente una moltitudine di situazioni, mentre i nostri soldati avranno modo di confrontarsi con loro soltanto all’interno della loro stanza corrispondente; dall’altro la forza messa in campo dagli eroi è tendenzialmente maggiore di quella dei nostri mostri semplici, in uno scontro diretto. A nostro vantaggio, come in ogni videogioco che si rispetti, si muove di solito la numerica, potendo disporre di un buon numero di esseri, pronti a comporre la nostra legione, dispiegabili a gruppi, in varie stanze del dungeon. Questo deve anche guidarci nell’approccio alla lotta, dovendoci ricordare come non sia affatto grave la perdita di un’unità, laddove dopo di lei potremo farne scendere sul campo altre, visto che l’obiettivo è uno soltanto e cioè l’eliminazione degli invasori: non lesinate allora gli attacchi, sempre ponderati in termini di rapporti di forza e debolezza rispetto alle caratteristiche sia del nostro schieramento che di quello avversario, cercando sempre di arrecare il maggior danno possibile alle varie unità pronte e fronteggiarci. Il sistema di combattimento di per sé è privo di grandi sbalzi creativi e persino di particolari iniziative scenografiche, ma risulta senza dubbio funzionale e strategicamente ben legato alle altre componenti ludiche del gioco, sopra descritte, svolgendo la sua parte in maniera coerente e discreta nel quadro generale della produzione qui esaminata.