Continua il nostro viaggio nell’universo della serie Atelier, vera e propria bandiera di Gust. A fianco delle sue nuove produzioni dedicate alla giovane Ryza (qui per recuperare la nostra recensione del secondo episodio), lo sviluppatore nipponico sta riproponendo anche su Switch svariati capitoli del passato della serie. Tra queste, c’è la cosiddetta “trilogia del mistero”, presentata questa volta in una versione deluxe: vi abbiamo già parlato qualche giorno fa della prima avventura incentrata su Sophie (qui se volete saperne di più), mentre oggi è il turno di Atelier Firis: The Alchemist and the Mysterious Journey.
Partiamo immediatamente da una questione fondamentale: è necessario giocare a Sophie prima di partire all’avventura con Firis? Assolutamente no. Per quanto sia presente una sorta di continuità trasversale tra i due titoli, è possibile godersi questo secondo capitolo anche come gioco a sé stante. Non per nulla, i tre componenti della trilogia sono venduti sì in una raccolta unica, ma anche come episodi indipendenti. Certo, ci saranno alcuni personaggi noti che rifaranno capolino durante il nostro peregrinare (compresa Sophie), ma la storia è particolarmente incentrata sulla giovinetta di turno.
Questa volta la protagonista è Firis, ragazzina che vive nella triste cittadina di Ortona scavata all’interno di una montagna. Nel villaggio, nel quale prolifica l’attività mineraria, la giovane svolge l’importante compito di aiutare nella ricerca di materiali rocciosi grazie alla sua capacità innata di poter “comunicare” con i minerali, riuscendo ad individuarne la posizione agevolmente. Il sogno di Firis è però quello di esplorare il mondo che si cela dietro una gigantesca e pesante porta di ferro che ha il compito di proteggere Ortona dai pericoli esterni, ma che ha come effetto anche quello di impedire ogni contatto con il mondo dall’altra parte. Grazie all’intervento di due forestiere, Firis entra in contatto con l’arte dell’alchimia, rimanendone immediatamente affascinata. Decisa a lasciare questo claustrofobico intrico di caverne, riesce ad ottenere la possibilità di partire ad una condizione: affinare le sue doti alchemiche e superare un esame di alchimia nella lontana città di Reisenberg.
Questo il preambolo che in realtà costituisce gran parte dell’intelaiatura narrativa della prima lunga parte del gioco. Durante il viaggio, dovremo trovare altri tre alchimisti disposti a lasciarci una raccomandazione scritta da presentare alla commissione incaricata del fatidico esame. Ovviamente ci saranno altre storie secondarie e problemi da risolvere, ma sempre all’interno di questa cornice più ampia. Se molti titoli nel genere RPG sono spesso alla ricerca di trame epiche (a volte rischiando di ricadere nel retorico e nel “già visto”), Atelier Firis punta ad un’atmosfera decisamente meno altisonante, optando invece per una sfumatura più slice of life, con diversi intermezzi che mostrano anche la vita quotidiana dei personaggi.
Nel fare ciò, gli sviluppatori attingono copiosamente dagli stilemi di uno stile dal gusto tipicamente nipponico definito moe, nel quale personaggi solitamente femminili si lasciano ad atteggiamenti ingenui ed esclamazioni arricchite di urletti acuti a profusione. Come spesso accade, è molto questione di gusti, ma se non è facile digerire i cliché dei dialoghi (non disponibili in italiano), bisogna però ammettere che il character design, per quanto derivativo, è comunque piacevole. Tant’è che questa edizione deluxe è accompagnata anche da un Digital Art Book scaricabile anch’esso dall’eShop e incluso come bonus d’acquisto. Nulla di troppo originale – modelli dei personaggi, ambientazioni, e le immancabili illustrazioni di ragazzine in costume da bagno – però rimane comunque una piacevole aggiunta. Così come la possibilità di scattare fotografie durante il gioco con diversi filtri, strumenti di modifica e altre personalizzazioni.