Oltre alla messa in scena di un canovaccio piuttosto raro, per vastità e complessità, nel panorama videoludico moderno, Cold Steel IV si regge però anche su un altro aspetto, altrettanto derivativo rispetto ai capitoli precedenti della serie, quanto affidabile e ancora una volta foriero di intrigante soddisfazione: il sistema di combattimento. Accanto alle ampie e lunghe sessioni di dialogo e narrazione, infatti, il gioco alterna fasi di esplorazioni piuttosto semplicistiche e limitate a momenti di scontro dove invece la produzione eleva il livello complessivo dell’intrattenimento. Tipicamente a turni, il sistema di combattimento di Cold Steel IV non appare però stantio e monotono, o troppo già visto (se non all’interno della saga stessa, come già accennato). Innanzitutto, è interessante districarsi tra le varie sotto-categorie di azione a nostra disposizione durante ciascun turno di attacco: che si scelga di usare le armi a nostra disposizione, aprire l’inventario per gli oggetti o attivare una delle svariate abilità in nostro possesso, c’è l’imbarazzo della scelta. Una scelta che però è sempre piuttosto strategica, andando ad aumentare l’efficacia dei nostri attacchi secondo vari criteri. Da un lato, la tipologia dei nemici che ci troviamo davanti a ogni pié sospinto, dall’altro le caratteristiche specifiche di ogni componente del nostro party. Il tutto senza dimenticare però nemmeno il posizionamento dei vari combattenti nell’area di gioco delimitante il combattimento, piuttosto che le relazioni tra i membri della nostra fazione scesi in battaglia, capaci di concatenare attacchi combinati sempre più potenti a seconda del legame intessuto tra i soldati più vicini tra loro. Se le prime fasi di gioco risulteranno un piacevole e necessario ripasso per i più esperti, saranno anche un tutorial necessario per i neofiti, senza incappare troppo nell’infame difetto della tediosa eccessività di indicazioni. E ben presto, padroneggiate le basi, il gioco vi spronerà continuamente a proseguire non soltanto per scoprire il dipanarsi del racconto, ma anche per assaporare il gusto dell’avventura vera e propria: quella tra la vita e la morta, tra la vittoria e la sconfitta.
Per quanto concerne il versante tecnico della conversione su Nintendo Switch, ci troviamo davanti a un lavoro discreto, dove i limiti principali risiedono nell’ambizione limitata dal budget dell’opera originaria, più che dalla console ibrida della casa di Kyoto. Anzi, rispetto al precedente capitolo, pur conservando svariati elementi del tutto similari anche sotto il profilo puramente grafico, Cold Steel IV si presenta con un frame rate piuttosto stabile attorno ai 30fps e una risoluzione piuttosto ben definita (soprattutto in modalità portatile il gioco fa la sua porca figura). Gli elementi più criticabili risiedono in un comparto poligonale grezzo, senza dubbio non particolarmente moderno, sostenuto più dalla direzione artistica che dalla pura potenza computazionale; nonché texture ambientali tendenzialmente piatte e spalmate. Un tipico lavoro Falcom, quindi, che senza dubbio sa dove investire le sue (non illimitate) risorse, puntando più sull’ispirazione stilistica che su motori grafici all’avanguardia. L’accompagnamento sonoro è come sempre piuttosto presente e di discreta fattura, per un pacchetto che comunque nel suo complesso ci sentiamo di promuovere, seppur non a pieni voti.
La recensione
The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel IV è una degna conclusione dell'arco narrativo al centro di una narrazione complessa e articolata, portata avanti da Falcom nel corso degli ultimi anni. Riuscendo a garantire un sistema di combattimento rodato ma ancora efficace, accanto a un canovaccio intrigante, l'opera raggiunge il suo scopo: intrattenerci.