Arkham Horror: Mother’s Embrace: la recensione

Dalla letteratura al gioco in scatola, per approdare infine al videogioco...l’orrore cosmico di Lovecraft rimane affascinante e il suo richiamo incantatorio

Howard Phillips Lovecraft è stato, purtroppo, un personaggio molto discutibile sotto il profilo umano, soprattutto per via delle sue posizioni piuttosto chiuse in ambito razziale; è stato, però, anche un grandissimo letterato e, in particolare, un visionario, capace con la sua immaginazione distorta e contorta, di ispirare orrori cosmici indicibili, indecifrabili e indescrivibili per intere generazioni a lui successive. Moltissimi sono gli scrittori che si sono esplicitamente ispirati a lui, vuoi per vicinanza di tematiche o stile, vuoi anche solo come propulsore delle proprie fantasie interiori, da mettere poi in scena, su carta o in altro modo. Da Clive Barker a Stephen King, senza dimenticare Carpenter e moltissimi altri, molti sono stati a loro volta capaci di grandi opere, anche segretamente tangenti la cosmogonia dei Grandi Antichi; molti invece, va detto, hanno completamente mancato il bersaglio, allontanandosi dagli insegnamenti (impliciti) di H.P.L. e abbandonandosi a una esplicitazione verbale o visiva assolutamente eccessiva, incapace di mantenere quel delicato equilibrio tra detto e non detto, tipico della visione aptica del letterato di Providence. Un ambito in particolare, però, ha saputo invece mantenere inalterate le atmosfere che si respirano tra le pagine di Lovecraft, pur introducendo un elemento fortemente interattivo, di per sé portatore di un valore critico, nei confronti di creazioni pienamente autoriali come i racconti dello scrittore americano, ed è quello dei giochi di ruolo.

Questo medium ludico conserva al suo interno una sapiente dose di pura fantasia, lasciando alle menti creative del master o dei partecipanti il compito di ricostruire, tramite la propria immaginazione, nemici e orrori impossibili da definire in maniera chiara e oggettiva, per loro stessa natura, e pertanto ben si adatta alla particolare volontà di Lovecraft di non scadere dell’esplicito. Tra i tanti, i più riusciti tra i giochi di ruolo dedicati al solitario di Providence sono probabilmente quelli etichettati con il nome di Arkham Horror, prodotti da Asmodee e ora pronti a fare il grande balzo verso il mondo del videogioco. Per farlo, scelgono di mantenere il marchio, ma anche di creare un “episodio” nuovo, con un arco narrativo del tutto inedito, pur riprendendo personaggi, situazioni e dinamiche tipiche del gioco in scatola, anche grazie alla medesima e ovvia fonte di ispirazione primaria e originale. Ecco così che ci troveremo a impersonare diversi avatar, ciascuno con la propria storia e le proprie caratteristiche, tra i quali scegliere (all’inizio di ogni capitolo), a seconda anche del nostro approccio preferito alle situazioni di gioco. Il tutto per risolvere un mistero, ovviamente, indagando tramite la pletora di investigatori a nostra disposizione, sull’omicidio di una stimata professoressa di astrologia dell’Università di Arkham, trovata deceduta nel suo appartamento da un collega e da un agente dell’FBI (i primi due personaggi a nostra disposizione). Ritrovamento che avviene durante un sopralluogo, nel corso del quale i due verranno a contatto con degli strani individui appartenenti a una misteriosa setta occulta, che si lascerà alle spalle alcuni indizi, necessari per proseguire nel dispiegamento dell’arco narrativo.

Arkham Horror Mother's Embrace: trailer gameplay per l'investigativo a tema  Lovercraft

Contatti tutt’altro che pacifici, ovviamente: l’ostilità è alla base del canovaccio, ma anche dello scheletro di gioco: il titolo infatti è suddiviso in due macro aree, entrambe riprese dalle avventure su carta del famoso gioco di ruolo; da un lato, i nostri saranno chiamati a esplorare le aree di gioco, interagendo con diversi elementi ambientali, mentre dall’altra dovranno combattere contro i vari nemici che si pareranno loro dinanzi. La prima fase si articola secondo le leggi dei titoli adventure punta e clicca, con una gestione però pienamente tridimensionale di personaggi e spazi: muovendoci tra stanze, corridoi, case, università e ambienti sempre più lugubri ed oscuri, vedremo diversi punti di interazione da cliccare, per aprire menu testuali descrittivi con svariati indizi che ci aiuteranno a progredire nella storia. Non si può parlare di veri e propri enigmi, ma ciascun elemento interattivo proporrà due o più opzioni tra le quali scegliere per effettuare la nostra mossa: la particolarità risiede nel fatto che a seconda del party di investigatori attivo in quel dato momento, potremo ottenere o meno un suggerimento su quale sia la scelta corretta, dovendoci altrimenti affidarci alla nostra pura intuizione. Qualora dovessimo selezionare l’opzione errata, andremo a “nutrire” i Grandi Antichi e le loro energie cosmiche, avvicinandone il risveglio; al termine di una sorta di orologio del terrore, i personaggi in gioco verranno afflitti da malus di varia natura, capaci di interdire le loro capacità di gioco (rendendoli imprecisi, avvelenandone la saluta fisica, ostacolandone i movimenti e così via). Questi traumi non saranno definitivi né causeranno il game over, ma renderanno più complicato progredire nella vicenda, per cui sarete sempre spinti a porre la massima attenzione a ogni vostra scelta, sia nell’ambito della risoluzione delle proposte di interazione, che nell’esplorazione degli ambienti stessi: non sempre, infatti, ficcanasare in ogni più recondito angolo degli scenari vi premierà con il ritrovamento di oggetti capaci di migliorare armamentario o equipaggiamento. A volte quello che troverete potrebbe anche non piacervi, e andare a intaccare la vostra sanità mentale.

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Commenti 1

  1. Da amante del gioco da tavolo mi sono lasciato tentare a scatola chiusa e avendo aspettative pari a zero devo dire che sono rimasto piuttosto sorpreso dalla qualità del titolo. Hanno fatto un buon lavoro nel riproporre le atmosfere e le meccaniche del tabellone

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