Empire of Sin: la recensione

Chiacchiere e distintivo

I “Ruggenti Anni 20”: l’epoca d’oro del jazz, di speakeasy dove sorseggiare whiskey di contrabbando nonché di sane mitragliate a colpi di Thompson per farsi strada nel mondo del crimine. E’ questa l’ambientazione scelta da Romero Games per il lancio di Empire Of Sin, gioco che si pone come mix tra gestionale e strategico a turni. Tuttavia, proprio come il periodo storico di riferimento, è bene fin da subito precisare che troveremo luci (poche) ed ombre (molte).

Un tutorial piuttosto completo ci guida inizialmente alla scelta del proprio Boss, da farsi tra una buona selezione di personaggi reali (troveremo anche i “nostri” Al Capone e Genna Brothers) e di fantasia. Tutti gli stereotipi di genere sono ben riprodotti e caratterizzati, ben riconoscibili da chi ha visto e rivisto classici come Il Padrino o Gli Intoccabili oppure giocato la saga di Mafia. Ogni Boss si distinguerà per un set di abilità speciali da usare in combattimento, bonus nell’apertura e gestione di nuove attività (birrerie, bordelli, casino, speakeasy) e particolari skill utili nello stabilire alleanze col vicinato. Verremo dunque accompagnati alla conquista della prima rivendita di alcolici, di una distilleria e guidati nelle prime scaramucce con gang rivali. Fatto questo Chicago sarà a nostra completa disposizione!

L’obiettivo del gioco come si potrà ben immaginare è abbastanza lineare, ossia conquistare Chicago con le buone o (meglio) con le cattive. Sin da subito si capirà infatti che sono fondamentalmente due le strade per dominare la città e sgominare le bande avversarie: la prima è attraverso una oculata gestione delle proprie attività nonché dei rapporti con le fazioni rivali, la seconda semplicemente andandosi a prendere quanto ci è dovuto con la forza. Il combat system è piuttosto classico ed i più navigati nel genere ci si ritroveranno piuttosto in fretta. Durante il nostro turno di combattimento apparirà la tipica scacchiera intorno al personaggio a rappresentare le aree raggiungibili e con le quali sarà possibile interagire. Il giocatore ha a disposizione un certo numero di  AP (Action Point) spendibili in azioni di attacco con arma, corpo a corpo, o attacchi speciali, caratteristici del proprio personaggio. I combattimenti alla lunga risultano però alquanto ripetitivi e poco accattivanti, inoltre la gestione delle inquadrature un po’ difficoltosa ed alcune imperfezioni grafiche contribuiscono a generare un senso di generale incompiutezza relativamente a queste fasi di gioco.

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