Data la casualità intrinseca dei lanci di dado, potrebbe venire da chiedersi se quindi tutto sia terribilmente legato al caso. Dubbio legittimo e, ad essere del tutto obiettivi, parzialmente vero. Inoltre, la natura roguelike del gioco si traduce in mappe diverse, nemici diversi ed equipaggiamenti diversi (anche se su quest’ultimo punto, si può intravedere una sorta di bilanciamento). Ovvio che una serie di lanci fortunati ci può proiettare verso la vittoria in un batter d’occhio; uno è liberissimo di puntare tutto sul suo fattore C, ma la teoria delle probabilità ci dice che quello che la “fortuna” dà, prima o poi toglie, ed è qui che la componente strategica del gioco si fa evidente. Il nostro obiettivo è proprio quello di creare una strategia che possa mitigare l’aleatorietà dei dadi, consentendoci di poter rispondere nel migliore dei modi alla volatilità del caso. Avere numeroni sui dadi ovviamente aiuta, ma non significa vittoria certa, soprattutto considerando il fatto che dovremo gestire attentamente il nostro equipaggiamento. Ogni blocco azione occupa letteralmente dello spazio, il che ci costringe a compiere delle scelte nell’incastrare tra loro effetti compatibili o complementari nello spazio limitato a nostra disposizione. Una volta che si inizia a conoscere gli schemi offensivi degli oltre 40 originalissimi nemici e dei sette boss pronti a rispedirti al punto d’inizio – tra cui una cinica girl scout che vuole fare della vendita di biscotti porta a porta un vero e proprio business – si impara anche a adattare il nostro approccio a seconda della situazione.
Ciò che invece mi spaventava maggiormente sul versante roguelike era la ripetitività. Il problema principale che ho con questo genere è dover ricominciare sempre da capo, lasciando ben poco senso di progressione e costringendo a fare sempre le stesse cose a ripetizione: con Dicey Dungeons non correte questo rischio. E’ vero, di base sono solo serie di combattimenti, ma la noia è cacciata via dalla presenza di 6 personaggi, ognuno con le sue meccaniche distintive: c’è il guerriero che può rilanciare un dado per tre volte, il ladro che ruba temporaneamente un equipaggiamento al nemico, o l’inventrice che al termine di ogni battaglia trasforma uno delle “armi” in un gadget per lo scontro successivo. Ma non solo! Per ogni eroe ci sono 6 episodi, ognuno con regole e limitazioni differenti, per un totale di 36 livelli uno diverso dall’altro. Alcune trovate sono così geniali e particolari che sembrano essere quasi un gioco a parte, stravolgendo così profondamente le basi da sorprenderci ad ogni partita. Non starò ad elencarvi tutte le varianti, ma sappiate che non appena penserete di aver ormai visto tutto, il gioco muta di nuovo in una maniera che non potevate anticipare, senza però snaturare il suo gameplay di base. Fino ad arrivare il combattimento finale che raggiunge una dimensione epica che chiosa alla perfezione il tutto.
L’unica pecca che posso trovare è l’assenza di un’opzione per regolare il livello di difficoltà, che sa essere bello impegnativo, in particolare utilizzando determinati personaggi che richiedono ancora più capacità strategica. Eppure, non sono mai arrivato ad un livello di frustrazione tale da abbandonare tutto, anzi, non riuscivo più a staccarmi, complice anche la possibilità di poter giocare comodamente sul touchscreen di Switch in modalità portatile, trascinando in maniera super-intuitiva i dadi di qua e di là. In questo genere di giochi, la longevità è molto soggettiva, ma verosimilmente il gioco offre più di 40 ore di altissima qualità e varietà.
Dunque, se non siete già corsi ad inizio recensione a far partire il download come vi avevo consigliato, spero che arrivati al fondo siate ora convinti della genialità di Dicey Dungeons. Terry Cavanagh – il creatore del gioco – si è inventato un gameplay che crea dipendenza grazie alla sua immediatezza di base e che riesce a catturare grazie alla sua originalità, per di più accompagnato da una presentazione divertente e dialoghi adorabilmente esilaranti. Se è vero che la fortuna aiuta gli audaci, questo non è un semplice colpo di fortuna, ma pura genialità.
La recensione
Terry Cavanagh si è inventato un gameplay che crea dipendenza grazie alla sua immediatezza di base e che riesce a catturare grazie alla sua originalità, per di più accompagnato da una presentazione divertente e dialoghi adorabilmente esilaranti. Semplicemente geniale!