Futuro Connesso – questo il titolo dell’epilogo creato apposta per l’occasione – si svolge sulla Spalla di Bionis, l’enorme essere-dio che compone metà dell’universo di gioco di Xenoblade Chronicles. L’area di gioco era stata creata già ai tempi della versione per Wii, ma poi tagliata per motivi di tempo e budget, e viene ora riproposta come nuova mappa di gioco, interamente esplorabile. La regione qui descritta è simile, in termini di flora e fauna, alle altre zone del titano già affrontate, con ampie distese di erba e spuntoni rocciosi pronti a creare una geografia ricca di interesse (grotte e laghi sono sempre dietro l’angolo), seppur la maggior parte delle creature che ci troveremo ad affrontare non rappresentino delle novità. La vastità dell’area è paragonabile alle altre singole regione del colosso, garantendo quindi una discreta ampiezza di esplorazione, seppur più limitata che in passato (essendo l’unica area esplorabile in questo capitolo), risultando in un’esperienza di gioco che in termini di longevità potrà variare tra le 10 e le 20 ore a seconda dell’approccio individuale (legato ovviamente molto alla volontà di completare tutte le missioni secondarie al 100% o meno, essendo ciascuno libero di approcciare volendo anche soltanto la storia principale), per cui possiamo dire che rispetto alla precedente espansione vista per Xenoblade 2 (Torna: The Golden Country) Futuro Connesso costituisca circa la metà dell’offerta. Cosa comprensibile, pensando al fatto che questo capitolo non sia venduto a parte, separatamente, ma incluso nella versione base del gioco in questione.
Come Torna, però, anche questo epilogo offre svariate novità anche per quanto concerne le dinamiche di gioco, riuscendo a differenziare in particolare il sistema di combattimento: ovviamente mutuato da quello creato per il capitolo principale, il titolo elimina alcune peculiarità legate alla Monado (fortemente imperniate nel tessuto del canovaccio narrativo, per cui non entreremo troppo nel dettaglio di questo aspetto), in qualche modo impoverendo (necessariamente, lo ripetiamo) il battle system di un elemento costituente, ma allo stesso tempo sostituendolo con nuovi aspetti di lotta. Questi sono per altro legati a doppio filo con una nuova e funzionale dinamica esplorativa delle aree di gioco poiché, sulla Spalla di Bionis, potremo incontrare una dozzina di esploratori Nopon, organizzati in tre squadre di colore diverso, reclutati i quali sarà possibile ottenere bonus o vere e proprie “Arti” di combattimento di forza ed efficacia crescente. In questo quadretto di raccolta e gestione dei “Pikmin-Nopon” sarà quindi pregno di significato il girovagare per le lande del titano alla ricerca dei nuovi personaggi poiché, aggiungendoli alla nostra squadra (in maniera passiva ed automatica, poiché non sarà possibile impersonarli direttamente, al contrario degli altri membri del party) ne otterremo evidenti benefici sul campo di battaglia. Va fatto notare, però, come lo spessore di questi personaggi non sia paragonabile a quello dei protagonisti delle vicende narrate nel capitolo principale e che, pertanto, l’assenza dei vari Reyn, Dunban e via dicendo si potrebbe far sentire sotto il profilo della profondità narrativa. nel suo insieme, vuoi per l’unica area esplorabile, vuoi per la riduzione dei membri “attivi” del party e vuoi per l’alternanza di elementi nuovi in sostituzione di alcuni precedentemente cruciali del sistema di combattimento, la sensazione trasmessa da Futuro Connesso è quella di un’esperienza alleggerita, rispetto alla “main quest“, seppur graditissima nel contesto in cui è stata pensata e offerta. Anche perché preme ricordare come le nuove aree geografiche riescano in ogni caso a riempire gli occhi e il cuore degli appassionati di vecchia data (offrendo uno sguardo al destino in particolare di Melia e più in generale del “nuovo mondo” qui rappresentato) nonché le loro orecchie, con temi musicali del tutto inediti, tra i quali spicca la canzone di sottofondo ai combattimenti, che scommettiamo diverrà la preferita di molti giocatori.
La recensione
Xenoblade Chronicles Definitive Edition è un capolavoro. Non ci sono molti altri termini con i quali descriverlo: ancora oggi, a più di dieci anni di distanza dalla sua prima uscita, è capace di ergersi a esempio di un approccio unico, al contempo tradizionale e moderno, al mondo dei giochi di ruolo di stampo giapponese. Con una storia epica, un mondo di gioco originale e ricchissimo, un sistema di combattimento strategico ma dinamico e una colonna sonora di primissimo livello, trova davvero pochi titoli in grado di reggerne l’urto sia artistico che ludico che concettuale. Rispetto al seguito propone un tono narrativo più maturo ma al contempo una impalcatura più grezza, mentre rispetto all’originale si migliora davvero in tutto: il profilo tecnico poteva forse essere leggermente più curato in termini di risoluzione, ma resta che sfruttando il motore grafico del secondo capitolo ne migliora parzialmente la resa visiva e la fluidità, il tutto nella cornice di una struttura semplicemente maestosa. Notevoli, inoltre, i passi avanti in termini di pura fruibilità, capaci di migliorare l’esperienza di gioco sotto svariati aspetti. Sia in modalità portatile che TV, quindi, Xenoblade Chronicles Definitive Edition non è solo il miglior modo di godersi la fantastica creazione di Takahashi & co. (rispetto sia all’edizione Wii che a quella per New 3DS), ma anche una tra le migliori esperienze videoludiche che possano capitarvi. La perfezione resta sempre appannaggio del “prossimo capitolo”, per cui non stupitevi se il voto non sarà un 10 pieno!